CASALBORDINO – Come sempre, anche questa volta, il teatro dialettale, ha avuto una risposta di pubblico lodevole. “Ti vuje bene Naquolle, ma si…… ti rombe lu capicolle!!!” scritta e diretta da Giovanni Tiberio, decano del teatro dialettale casalese è stata presentata nei giorni 23-24 Aprile, con il patrocinio del Comune di Casalbordino. Un successo annunciato per questa commedia, tutto esaurito nelle due serate della rappresentazione. La storia: con la rappresentazione di uno spaccato di vita familiare, con le tante problematiche che si susseguono in una famiglia, il tutto rappresentato in chiave comica, in tono dialettale per creare il giusto divertimento con tratti di riflessione sui comportamenti.
«Avere oggi l’opportunità di mettere in scena “Il teatro comico dialettale”, significa poter approfittare di occasioni di vita sociale – dice lo sceneggiatore e regista Giovanni Tiberio -. Dico questo per tante ragioni: perché con esso si può mostrare in forma di teatro perché si può calcolare con buona approssimazione l’inizio del rinnovamento di una certa problematica relativa ai linguaggi della comunicazione sociale collegata a quella della espressività teatrale registi, artisti figurativi e coreutici a misurarci con la novità, a non interrompere mai la ricerca, lo studio, l’approfondimento dei contenuti e delle forme, senza dimenticare che poi bisognerà sapere come verificare gli esiti, preservare i risultati acquisiti e tracciare i futuri destini della nostra stessa esistenza».
Ancora una volta il teatro dialettale come parte integrante della produzione drammaturgica e commediografa nazionale, piuttosto che esprimersi nella lingua ufficiale del paese d’appartenenza, lo fa tramite l’utilizzo del dialetto locale di diffusione. L’evoluzione del teatro dialettale in paesi come l’Italia è difficilmente ricostruibile a causa dell’enorme varietà linguistica del paese: nonostante questo, è bene ricordare come il teatro dialettale venga spesso assimilato al teatro nazionale, infrangendo quindi la divisione che caratterizza il teatro nazionale come espressione del popolo tramite il proprio idioma.