VASTO – Il giornalista vastese Nicola D’Adamo esprime il suo parere sull’organizzazione del Siren Festival, la rassegna musicale vastese.
«L’ultimo comunicato che abbiamo ricevuto dagli organizzatori del Siren Festival – commenta D’Adamo – è stato a fine agosto 2021, dopo da conclusione della settima edizione. Il saluto finale era questo: “Grazie di cuore a tutti voi… Vi aspettiamo nel 2022, saremo ancora più forti, per ballare ed emozionarci insieme, strettissimi. Ci vediamo l’anno prossimo. Siren Festival”. Ma dopo questo messaggio di grande speranza, più nulla. Da mesi tutto tace.
E datosi che la matematica non è una opinione, ciò vuol dire che il glorioso festival giovanile che riempiva le piazze di Vasto e le pagine delle riviste musicali è praticamente “morto”! Non è nostro compito fare processi, ma solo offrire spunti di riflessione su questo importante evento che ha delle potenzialità notevoli e che può rappresentare l’appuntamento fisso estivo della Costa dei Trabocchi perchè è in perfetta simbiosi con l’immagine fresca della Via Verde e della nostra meravigliosa costa.
L’investimento sui giovani – prosegue – è fondamentale per una località turistica per un motivo molto semplice. Perchè i giovani, se si trovano bene, parlano con altri giovani e nel turismo il passaparola è la migliore pubblicità. Non solo. I giovani poi si sposano e ritornano con moglie e bambini. E se i loro figli si trovano bene, da grandi porteranno la famiglia ecc. ecc. così si crea una catena che può portare solo beneficio alla città.
E la leva della Via Verde della Costa dei Trabocchi consente ai giovani, sempre alla ricerca di nuove esperienze, di abbinare “musica-mare-sport” che è un cocktail di non poco conto, perché offre sostenibilità ambientale, territori ancora intatti e grande senso di libertà. Si dice, ed è vero, che “i giovani sono la linfa del turismo”, di oggi e di domani. Se si capisce questo, si studiano strategie, si fanno programmi e si trovano i fondi per gli investimenti. Anche per il Siren Festival, la cui formula è stata estremamente indovinata. Se non si capisce questo, il comparto andrà sempre più verso il suo inesorabile declino.
Poi è inutile partecipare alla BIT di Milano per attirare turisti quando si fanno scappare tanti giovani che volentieri tornerebbero, assieme a loro coetanei italiani e stranieri».