PESCARA – Sono 2330 (di età compresa tra 2 mesi e 98 anni) i nuovi casi positivi al Covid registrati oggi in Abruzzo, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza – al netto dei riallineamenti – a 314793. Dei positivi odierni, 1701 sono stati identificati attraverso test antigenico rapido. Lo comunica l’Assessorato regionale alla Sanità.
Il bilancio dei pazienti deceduti registra 3 nuovi casi (si tratta di due 68enni, una residente in provincia di Chieti e una in provincia di Teramo, mentre un caso risale ai giorni scorsi ed è stato comunicato solo oggi dalla Asl) e sale a 3090.
Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 271357 dimessi/guariti (+1218 rispetto a ieri).
Gli attualmente positivi in Abruzzo (calcolati sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei deceduti) sono 40346 (+1096 rispetto a ieri, nel totale sono ricompresi anche 5539 casi riguardanti pazienti di cui non si hanno notizie e sui quali sono in corso verifiche); 294 pazienti (+8 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in area medica; 16 (-1 rispetto a ieri) in terapia intensiva, mentre gli altri 40036 (+1089 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.
Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 3942 tamponi molecolari (2175484 in totale dall’inizio dell’emergenza) e 12281 test antigenici (3256177).
Il tasso di positività, calcolato sulla somma tra tamponi molecolari e test antigenici del giorno, è pari a 14.36 per cento.
Del totale dei casi positivi, 68151 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+466 rispetto a ieri), 87142 in provincia di Chieti (+684), 72405 in provincia di Pescara (+458), 78751 in provincia di Teramo (+600), 6699 fuori regione (+41) e 1645 (+68) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.
Il presidente della giunta della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha lanciato un appello: «Il numero dei contagi è elevato anche se questo non si sta traducendo in una pressione sugli ospedali sproporzionata, speriamo appunto che questa convivenza con la pandemia possa durare nel senso che se le nuove variante si dimostreranno sempre meno letali, sempre meno aggressive anche se più diffusive, sicuramente si può riuscire a trovare un sano punto di equilibrio tra la tutela della salute e la normale vita civile. Quindi aderisco anche io e rilancio l’appello a continuare ad essere attenti, a continuare a usare le precauzioni che conosciamo per evitare di dover subire magari qualche colpo di coda di questo virus».