VASTO – Non era un tentativo di palpeggiamento ma una manifestazione di affetto senza fini di libidine. È stato assolto così dall’accusa di violenza sessuale un anziano 92enne. Il gup di Vasto, Anna Rosa Capuozzo, su richiesta dello stesso pm, il procuratore capo Di Florio, al termine del giudizio abbreviato, processo in codice rosso, ha ritenuto che il gesto dell’anziano, cui era morta da poco la moglie, costituisse la ricerca di affetto piuttosto che un atto di libidine. L’anziano, difeso dall’avvocato Antonello Cerella, veniva accudito da una giovane donna straniera che non era una vera e propria badante a contratto ma gli forniva assistenza a titolo gratuito presso la propria abitazione in quanto compagna del figlio della moglie defunta dell’anziano. Fino a quando l’anziano – che oggi è accudito in una struttura – tentò un approccio fisico, la donna lo respinse e denunciò la vicenda ai carabinieri.
L’avvocato Guido Giangiacomo, difensore della donna che si è costituita parte civile, parla di una «inaccettabile decisione di assoluzione perché il fatto non costituisce reato» ed ha già annunciato che dopo avere letto le motivazioni della sentenza che saranno rese entro 60 giorni, proporrà appello ai fini civili e chiederà di interporre appello sia alla Procura che al Procuratore generale presso la Corte d’appello di L’Aquila «se non altro perché non può passare un principio del genere, pericolosissimo nel momento in cui è tantissima l’affluenza soprattutto nelle rsa con la presenza di anziani e di giovani operatrici sanitarie. Un passaggio e una motivazione simile potrebbe creare grande disagio sociale».