“Un ulteriore aumento delle dimensioni dei trabocchi decreterebbe la definitiva scomparsa di quello che rappresenta un patrimonio culturale collettivo da salvaguardare“, si legge in una nota del Forum Civico Ecologista che raggruppa ARCI, CAI, Italia Nostra del Vastese, Gruppo Fratino Vasto e Club per l’Unesco di Vasto. “Non abbiamo mai nascosto la nostra contrarietà agli aumenti delle metrature delle vecchie macchine da pesca, perché riteniamo che il paesaggio rappresenti un bene comune che va oltre la semplice disponibilità dei trabocchi in mano pubblica o privata. Ma se davvero la proposta di una parte della giunta comunale si facesse largo finanche a trovare il consenso nella minoranza e, dunque, i trabocchi dovessero espandere ancora di più le proprie dimensioni, possiamo dire senza timore di smentita che quello che è patrimonio collettivo cesserebbe di esistere”.
“Non siamo contro un turismo responsabile e consapevole, ma va scongiurato il pericolo di soggiogare il trascorso storico e culturale di un territorio alle richieste di qualche imprenditore.
Non possiamo sottacere inoltre le perplessità rispetto ad una siffatta strategia che non prende in considerazione una visione totalizzante di territorio: vogliamo dire che la via verde dovrebbe servire a portare le persone a conoscere le bellezze presenti in città e nell’entroterra, e non portare la città e l’entroterra sulla via verde. Bisogna infatti creare un’economia di qualità anche attraverso quei commercianti che non possono essere lasciati indietro per favorire invece la creazione di un circuito che si apre e chiude sulla via verde.
Per questo chiediamo a quella parte della giunta e del consiglio contraria ad ulteriori aumenti di far salda la propria posizione per non perdere in maniera definitiva un patrimonio paesaggistico il quale, oltre ad essere un diritto costituzionalmente garantito, è parte di un intero territorio”.