PESCARA – «Sono anni che denuncio con forza il mercato nero di subaffitti nelle case popolari. Oggi la stampa racconta di un accoltellamento avvenuto a Pescara per un litigio che sembrerebbe legato proprio a questa pratica, per cui assegnatari che non ne hanno probabilmente bisogno permettono ad altri di abitare le proprie case a fronte di un affitto non legittimo. Una dinamica illegale che in alcuni casi diventa un vero e proprio racket, come abbiamo denunciato anni fa, dove sei o sette alloggi occupati abusivamente erano gestiti da un unico soggetto che li dava in affitto intascando somme di denaro. Quanto accade è una vergogna e bisogna immediatamente intervenire con un censimento a tappeto per ripulire le nostre case di edilizia residenziale pubblica dai delinquenti e riassegnare gli appartamenti alle tante persone oneste che sono in graduatoria da anni”. Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari a commento delle notizie apparse sulla stampa in merito all’accoltellamento avvenuto sul lungo fiume nord di Pescara per una diatriba legata a una casa popolare del quartiere Rancitelli.
«Il censimento, anche dopo quello che è accaduto ieri, è un atto dovuto – incalza Pettinari – bisogna conoscere nome e cognome di chi ha in assegnazione le case Ater e verificare se gli inquilini corrispondono agli assegnatari e, soprattutto, se persistono i requisiti per il mantenimento della Casa popolari in virtù della Legge regionale vigente. La norma 96/96 di Regione Abruzzo è chiara, ed è una buona norma che io stesso ho contribuito a scrivere al fine di liberare le case popolari dalla tenaglia della criminalità. Ma se non si effettua un censimento per verificare chi realmente vive nelle case è impossibile scovare chi le usa per commettere atti criminali, chi ha condanne importanti e se all’interno vi sono ospitati pregiudicati. Queste sono tutte situazioni in cui la legge prevede il decadimento immediato dell’assegnazione, ma senza controlli da parte di chi è alla guida di Regione Abruzzo e del Comune di Pescara anche una buona legge come questa di fatto si trasforma in carta straccia».
«Quelle case sono di tutti noi – continua Pettinari – e sono destinate a chi ha realmente bisogno, non certo per far arricchire qualche delinquente. Ci sono centinaia di persone che attendono in graduatoria: famiglie oneste, disabili, anziani e genitori con a carico un minore. Tutti in attesa di avere ciò di cui hanno diritto, mentre qualcuno subaffitta avendo più case a disposizione. Non si deve tollerare un giorno di più questa situazione!».
«Attualmente a Pescara – prosegue il vicepresidente del Consiglio regionale – ci sono circa 100 alloggi vuoti ad alto rischio di occupazione abusiva. Credo che invece di parlare di abbattimento di beni pubblici, come nel caso del Ferro di cavallo, la Regione a trazione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, in sinergia con il Comune, dovrebbe riqualificare e riassegnare immediatamente le case vuote a chi ha i requisiti. Contestualmente si devono sbattere fuori gli abusivi dal Ferro di Cavallo e riassegnare subito gli alloggi altrimenti, con tante case vuote a disposizione nel raggio di pochi centinaia di metri, gli abusivi faranno solo un piccolo trasloco continuandosi a beffare della cosa pubblica. Ma non è solo il Ferro di Cavallo la grande vergogna, ci sono altre situazioni al limite come Via Lazio a Montesilvano dove per ora sono stati trasferiti solo gli aventi diritto ma nell’edificio insistono gli occupanti abusivi. Di fatto un intero edificio in mano alla criminalità».
«Ribadiamo con forza – conclude il vicepresidente della Regione Abruzzo – la necessità di fare il punto con un censimento accurato e veritiero di tutti gli appartamenti Ater a cui far seguire la decadenza delle situazioni illegittime e contestualmente partire con la riassegnazione delle case vuote alle famiglie oneste. Atti violenti come quello riportato oggi dalla stampa non devono più esistere né a Pescara né altrove, io sto combattendo con tutto me stesso e non mi fermerò, ma ognuno deve fare la sua parte soprattutto chi siede sui banchi del comando della Regione e dei Comuni».