VASTO – Li hanno chiamati eroi. Li abbiamo visti saltare alla ribalta della cronaca, dormire sulle barelle parcheggiate nei corridoi degli ospedali o sulle tastiere dei computer. Li abbiamo visti prendersi cura amorevolmente dei malati terminali affetti da Coronavirus. Eroi o angeli, li abbiamo chiamati così nel corso di ben tre ondate di Covid. Sono i medici, gli infermieri e gli OSS (Operatori Socio Sanitari) che per due anni si sono attivati senza riserve per contenere l’emergenza.
“Un lavoro fatto con amore, nonostante, al contrario di quanto è spesso stato detto, non abbiamo ricevuto remunerazioni extra” dice Andrea Aquilano, OSS di Vasto.
Andrea è uno di quegli “angeli”di cui sopra che però, invece di ricevere gratificazioni, sta affrontando una situazione di forte disagio.
“Ero assunto a tempo indeterminato in una cooperativa – racconta Andrea –. Sono stato in prima linea nel reparto Covid per ben 3 ondate, dando la massima disponibilità in un momento in cui ancora non si conosceva questa malattia, contagiandomi e purtroppo contagiando, com’è accaduto a tanti colleghi, la mia stessa famiglia. Non abbiamo mai percepito soldi extra e la più grande soddisfazione è consistita negli apprezzamenti da parte di dottori, infermieri e caposala”.
Il 16 novembre 2021 Andrea, negativizzato dal Covid da due giorni, partecipa a Roma al concorso bandito dalla Asl di Teramo per gli Operatori Socio Sanitari. Concorso che non prevedeva proroghe per chi aveva contratto il Covid sul posto di lavoro, concorso di cui Andrea non è uscito vincitore.
Ma non finisce qui, perché entro il mese di aprile 2022 probabilmente lui, insieme a tutti i suoi colleghi che hanno militato in prima linea durante le tre ondate di pandemia, si ritroverà addirittura senza lavoro. Nonostante il contratto a tempo indeterminato con la cooperativa infatti, Andrea si è visto costretto a licenziarsi in seguito ad un accordo tra cooperativa e agenzia interinale stipulato per non lasciare i ragazzi senza occupazione, iniziando così, il 17 gennaio 2022, a lavorare con un’agenzia interinale.
Un contratto part-time consistente in 16 ore settimanali di lavoro. Una situazione di certo non piacevole, aggravata dal fatto che rischia di restare senza occupazione perché si inzierà ad assumere operatori basandosi sulla graduatoria del concorso.
“Abbiamo dato l’anima per fronteggiare l’epidemia – dice Andrea -. Io ho riportato un’infezione alla schiena dovuta alla bardatura che dovevamo adoperare, ho dovuto indossare pannoloni per l’impossibilità di svestirmi durante il lavoro, ho contratto il Covid… e mi meraviglia che nessuno abbia pensato a bandire un concorso per valorizzare il personale che umanamente è stato disponibile a fare di tutto, un concorso di corsia preferenziale per strutturare persone qualificate che lavorano da anni, cosa che accade in altre aziende, mentre si provvede invece ad assumere personale anche alla prima esperienza. A Vasto siamo circa 20 operatori OSS a trovarci in questa condizione, almeno un centinaio tra Vasto, Teramo e L’Aquila”.
Quella che ci ha raccontato Andrea è la dura realtà che hanno affrontato ed affrontano gli “angeli in corsia” nel momento in cui si spengono i riflettori che sono stati per due anni puntati su di loro.
Miriam Giangiacomo