VASTO – Il consigliere comunale del Partito Democratico, Giuseppe Forte, che nei giorni scorsi ha protocollato una mozione urgente affinché il tema della variante alla SS16 torni in consiglio comunale (confermando la sua contrarietà ad ogni ipotesi che il tracciato passi dal costone orientale della città), rievoca i minatori che nel 1956 intervennero dopo la frana che distrusse l’area del Muro delle Lame, per sottolineare la “fragilità” della zona che – secondo i piani dell’Anas – dovrebbe essere interessata dai lavori “Mini variante” della Statale Adriatica 16.
«Nel lontano 1956, a pochi mesi di distanza dalla rovinosa frana che distrusse l’area del Muro delle Lame – cancellando una parte storica della città con edifici e luoghi di culto cari alla memoria dei vastesi – per le strade di Vasto apparvero i minatori che con le lampade a petrolio in mano ed il caratteristico caschetto. Al mattino in fila indiana raggiungevano l’area sottostante il Muro delle Lame. Tutti si chiedevano: cosa devono fare i minatori a Vasto? L’interrogativo venne subito sciolto – spiega Forte – allorquando si capì che i minatori erano stati chiamati per realizzare due lunghe gallerie sotto l’abitato della Città per intercettare le acque delle falde acquifere sotterranee che avevano contribuito allo slittamento verso valle del costone orientale. Un lavoro rischioso, durissimo, realizzato a colpi di piccone. In pratica il Genio Civile aveva elaborato un progetto, immediatamente finanziato dal Governo Italiano grazie all’intervento del Sen. Giuseppe Spataro, che prevedeva la realizzazione di due lunghe cunicoli armati a legno».
«Da quel lontano 1956 – ricorda il consigliere del Pd – ci risulta che solo in un paio di circostanze quei cunicoli sono stati ispezionati per verificare lo stato di manutenzione di quell’ardita opera idraulica. Uno dei due ingressi è tornato alla luce lo scorso anno in occasione delle operazioni di bonifica e di pulizia avviate nell’area sottostante il Muro delle Lame da chi ha ottenuto la gestione dell’intera area e dell’impiantistica sportiva presente. Nessuno è riuscito ad avventurarsi dentro quei due cunicoli che, ad un certo punto, si intersecano».
«Sarebbe davvero necessario – propone l’ex vicesindaco – sollecitare il Genio Civile per il finanziamento di un progetto di bonifica di quelle due gallerie dalle quali, al momento, non esce più acqua finita non si sa dove. E, guarda caso, l’ANAS vorrebbe realizzare la “Mini variante” della Statale Adriatica 16 andando ad intersecare quell’area con opere strutturali al momento sconosciute».
Quindi una serie di domande che Forte indirizza ai dirigenti dell’ANAS. «Ma sanno gli attuali dirigenti dell’ANAS – si chiede il consigliere dem – che la strada Histonia 86, che collega Vasto alla Marina, ex strada statale di competenza di ANAS, prima dell’attuale definitivo tracciato per ben tre volte era scivolata a valle? Lo sanno che quel fenomeno franoso interessò anche i binari della ex rete ferroviaria che si sviluppava a ridosso della scogliera della nostra Città? E non sarebbe opportuno – conclude Forte – prima di avventurarsi in “fantasiose” progettazioni, andare a studiare le carte e ad ispezionare i luoghi sui quali si ha intenzione di realizzare un’opera che distruggerebbe il panorama della nostra Città?».