Ora il rischio è che, dopo la cassa integrazione, arrivino i licenziamenti. Alla Fondazione Padre Alberto Mileno Onlus di Vasto Marina lavoratori preoccupati per il loro futuro. Fumata grigia dall’incontro di ieri tra sindacati e dirigenza del gruppo sanitario privato convenzionato con la Regione Abruzzo.
Lo riferiscono il segretario provinciale della Fp Cgil, Giuseppe Rucci, e i rappresentanti sindacali aziendali. A loro il direttore amministrativo, Francesco Nardizzi, ha comunicato che l’azienda è “ancora in attesa di risposte sulle proposte formulate nell’incontro del 17 dicembre presso l’assessorato alla Sanità di Pescara”, dove le parti avevano incontrato gli assessori regionali Nicoletta Verì e Daniele D’Amario, e ne confronto “alla Asl 2 con il dottor Stroppa e la dottoressa Antonucci. Ad oggi – si legge in una nota della Fp Cgil – vista l’assenza di risposte positive, l’amministrazione ha deciso di intraprendere la strada della cassa integrazione e successivamente degli esuberi a partire dal mese di febbraio”.
I rappresentanti sindacali hanno “ribadito la necessità di rimuovere la pregiudiziale della cassa integrazione e degli esuberi e l’importanza di lavorare uniti e di far fronte comune per raggiungere gli obiettivi attesi e sperati iniziando a lavorare con la Asl 2, l’assessorato alla Sanità e con il Dipartimento sanità regionale sulla nuova ipotesi da mettere in campo, cioè sulla nuova riconversione che dovrà mantenere gli stessi livelli occupazionali”.
“Oggi – afferma la Fp Cgil – vi è la necessità di dare risposte ai nuovi bisogni emergenti e l’uso della tecnologia, della telemedicina, della formazione, che non solo rispondono in modo adeguato a questi problemi, come per esempio il distanziamento fisico, consentono l’accesso ad interventi riabilitativi ad una vasta platea di utenti che a causa del covid e di altri fattori non possono raggiungere il luogo di cure. Tutti elementi che insieme al lockdown e alle ondate pandemiche, hanno contribuito in modo determinante alla contrazione delle prestazioni extraregionali. Abbiamo inoltre ribadito come, ormai da anni la riabilitazione regionale sta registrando una crescita elevata della spesa sulle prestazioni, cosiddetta mobilità passiva verso altre regioni, un fenomeno che è necessario arrestare attraverso una programmazione di nuovi setting.
L’ipotesi consiste, da una parte attendere dal ministero i nuovi indicatori per la determinazione del valore delle rette ferme al 2004, e dall’altra la necessità, rimarcata più volte di lavorare partendo dall’esigenza di dare risposte ai bisogni oggi conosciuti nel territorio ma soprattutto ai nuovi bisogni emergenti, in modo particolare a quelli post pandemia. È stato anche suggerito nell’incontro del 17 dicembre di rafforzare sul territorio alcuni servizi, come quelli ambulatoriali, che vanno dalla cura dell’autismo alla cura delle patologie di Dsa, agli ambulatori diurni per gli utenti affetti da patologie psichiatriche. Inoltre è stato anche suggerito di aumentare i ricoveri semi interni ex articolo 26. Come Fp Cgil abbiamo chiesto alla proprietà un forte impegno per far ripartire in tempi strettissimi il centro dell’Azzurra, far conoscere l’articolazione della proposta di voler spostare i posti di Rsa disabili, ma soprattutto abbiamo ricordato di lavorare provando a coinvolgere da subito” tutti i rappresentanti politici del territorio. Secondo i sindacalisti, in base alla popolazione abruzzese e al numero degli over 65, ci sarebbe “un nuovo fabbisogno autorizzabile e accreditabile rispetto all’attuale offerta. Alcune delle proposte sono fattibili in pochi mesi, altre richiedono sicuramente più tempo”.