Stamattina è stato conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo di Maria Rita Conese, la 72enne di Casalbordino uccisa dal marito Angelo Bernardone nel primo pomeriggio di Santo Stefano. A eseguirla sarà il medico legale Cristian D’Ovidio: dall’esame autoptico non sono attesi colpi di scena che potrebbero modificare il quadro già delineato.
L’uomo, che dopo aver spinto giù dal ponte sulla Sp 216 la moglie si è costituito, da ieri mattina è in carcere a Vasto; è accusato di omicidio volontario. Il prossimo 30 dicembre, assistito dal proprio legale Vincenzo Cocchino, comparirà di fronte al giudice per l’udienza di convalida dell’arresto.
Come detto, i contorni della vicenda sembrano già ben chiari. Dopo essersi costituito e durante l’interrogatorio con il pm Michele Pecoraro, Bernardone ha ripercorso le tappe della triste vicenda. Il pomeriggio del 26 stavano andando al cimitero di Atessa, dove sono sepolti i genitori della donna, quando la 72enne, malata di Alzheimer, si sarebbe tolta la cintura di sicurezza perché intenzionata a scendere dall’auto e a proseguire a piedi. Una volta entrambi fuori dal veicolo, ci sarebbe stata la discussione con il tragico epilogo causato da un gesto d’impeto che escluderebbe la premeditazione. Il 74enne poi, constatata l’impossibilità di raggiungere il greto del fiume Osento, si è rimesso in auto tornando prima a casa per avvisare uno dei figli e poi per recarsi in caserma e confessare il delitto.
Dopo l’autopsia, la salma potrà essere riconsegnata alla famiglia per il funerale.