Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato nel giugno 2020 dall’amministrazione Pupillo per vedere riconosciuto alla città di Lanciano il finanziamento di oltre 3 milioni 250 mila euro da destinare al programma integrato di edilizia residenziale.
Al bando della Regione Abruzzo, che ha avuto tempi stretti di pubblicazione, il Comune aveva partecipato in relazione al grande interesse per il recupero degli immobili dei quartieri Civitanova e Borgo, quali l’ex istituto professionale di stato per i servizi Commerciali e turistici Palazzo De Giorgio e Palazzo Lotti, immobili più volte oggetto di procedure di alienazione o di rigenerazione urbana.
Il 5 novembre 2019 è stata acquisita agli atti la proposta di Programma integrato di intervento promosso dal Consorzio Abitare Abruzzo che prevedeva impegno economico di 3.915.082 di cui 652.513,75 di cofinanziamento che la parte privata si impegnava a coprire una volta che il Comune divenisse beneficiario delle risorse in argomento.
Il Settore Urbanistica aveva dunque elaborato tutte le procedure necessarie per partecipare all’avviso previa delibera di Giunta n° 347 del 5 novembre 2019. Il Comune di Lanciano si è inizialmente classificato al secondo posto nella graduatoria subito dopo il comune di Giulianova resa pubblica il 14 gennaio 2020 che vedeva partecipare la Diocesi Teramo Atri e la società consortile Consit.
L’accesso agli atti ha permesso di evidenziare alcune evidenti irregolarità che hanno indotto l’Avvocatura e l’amministrazione a presentare un primo ricorso al Tar Abruzzo, dichiarato inammissibile e un successivo ricorso per impugnare davanti al Tar Lazio il Decreto interministeriale del 3 maggio 2021 n 193 pubblicato il 5 luglio 2021 sulla G.U. che assegnava a Giulianova il finanziamento con la graduatoria elaborata dalla Regione Abruzzo.
L’udienza al TAR Lazio si è svolta il 1 dicembre 2021. Il Comune di Giulianova non si è costituito nel processo: non ha inviato nessun rappresentante legale e quindi non ha contestato le considerazioni del Comune frentano.
La sentenza di martedì è stata quindi favorevole al Comune di Lanciano e conferma tutte le motivazioni del ricorso. La Diocesi di Teramo Atri, ente ecclesiastico, non rientra nel novero dei soggetti legittimati a formulare la proposta che rende illegittima la determina dirigenziale regionale.
“Questo intervento potrà rigenerare il nostro centro storico ed in particolare il quartiere Borgo andando a sviluppare il concetto di social housing che prevede la concessione a canone agevolato a fasce di cittadini nell’impossibilità di acquisire un’abitazione di proprietà. Inoltre – dice l’ex sindaco Mario Pupillo – genera una grande opportunità di costruire spazi residenziali e sociali con servizi che rispondono alla necessità non solo di “casa” ma di relazioni, comunità, integrazione e coesione sociale e rivitalizzazione del centro storico in questo caso del quartiere Borgo. Ci auguriamo che la nuova amministrazione guidata dal sindaco Paolini – conclude Pupillo – possa cogliere in pieno questa straordinaria dote che lasciamo alla città.”