“Questo acquedotto, magnifico monumento della potenza romana, dalla barbarie de tempi posteriori quasi distrutto, soprattutto nel Novecento, fu esplorato e fatto conoscere nel 2019 dalla fermezza, dal civismo e dall’abilità dell’archeospeleologo Marco Rapino di Vasto“. Riprende l’iscrizione del 1819, incisa su una lastra di marmo che si trova all’interno del condotto sotterraneo, la dedica per Marco Rapino che, da oggi, caratterizza l’inizio dell’acquedotto romano delle Luci.
A un anno dalla sua scomparsa dell’archeospeleologo vastese, Italia Nostra del Vastese e la Parsifal, insieme a tanti amici, hanno voluto rendere omaggio a chi, con vent’anni di esplorazioni e impegno nella divulgazione, ha fatto conoscere alla città l’opera di ingegneria idraulica realizzata dai romani, ancora oggi funzionante.
E non poteva esserci luogo più adatto del primo pozzo dell’acquedotto, da dove il lungo condotto sotterraneo si snoda per arrivare nel centro storico di Vasto, per rendere il meritato omaggio a Rapino. Così, questa mattina è stato inaugurato il pannello a lui dedicato, realizzato grazie alla collaborazione di Il Torcoliere e Qbix.
L’iniziativa ha trovato ampia condivisione nella famiglia Del Bonifro, proprietaria del terreno dove si trova il pozzo numero 1 dell’acquedotto delle Luci. Una disponibilità che lo stesso Rapino aveva apprezzato in occasione di esplorazioni e visite guidate lungo il percorso dell’acquedotto. “Ringraziamo i fratelli Del Bonifro per aver concesso la possibilità di installare il pannello che ricorda Marco – ha detto Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del Vastese – e per aver sempre reso possibile l’accesso per le attività di esplorazione e ricerca”. All’appuntamento di questa mattinao hanno partecipato anche l’assessore Alessandro d’Elisa e la consigliera comunale Marianna Del Bonifro. “Si sono dimostrati molto interessati alla prosecuzione delle attività di studio. Lo dobbiamo a Marco e alla città”.
La mattinata è stata anche l’occasione per un interessante confronto tra i tecnici che, in questi anni, si sono interessati alla riscoperta dell’acquedotto romano delle Luci, il “magnifico monumento“, come era stato descritto da chi ne curò il ripristino nel 1819. Un’opera da tutelare e valorizzare, anche per dare seguito all’appassionata attività di Marco Rapino che ha lasciato alla città un grande patrimonio costruito con anni di studi ed esplorazioni sotterranee.