Il Comune di Villalfonsina dovrà rimborsare tutte le spese di giudizio in favore dei cittadini che avevano presentato ricorso contro gli accertamenti tributi relativi all’anno 2014. È la sentenza emessa dalla Commissione Tributaria Provinciale di Chieti che ha condannato il Comune ed ha annullato tutti gli atti impugnati dall’ente.
Ad accendere i riflettori sulla vicenda, gli esponenti del gruppo di minoranza “Il bene in Comune”. Nello specifico, si legge in una nota del gruppo, “la C.T.P. di Chieti ha considerato fondate le ragioni dei ricorrenti in quanto gli accertamenti in questione sono stati notificati oltre il termine ultimo del 31/12/2019 (cinque anni 2014-2019) con la conseguenza che il diritto del Comune ad esigere il pagamento dei tributi risulta ‘prescritto’ e gli atti impugnati illegittimi”. Accanto alle ragioni di diritto su cui si è espressa la commissione però, a detta degli esponenti di Bene in Comune, “esistono anche delle ragioni di carattere ‘politico’ che si possono dedurre da questa vicenda”. Con una lettera aperta inviata al sindaco nel gennaio 2020, il gruppo di minoranza aveva chiesto “la revoca degli accertamenti per le stesse motivazioni giuridiche che sono state, successivamente, alla base della condanna del Comune di Villalfonsina, da parte della C.T.P. di Chieti”.
“Facevamo notare, inoltre – sottolineano – che la notifica in ritardo di ben 434 accertamenti rappresenta un numero troppo elevato in rapporto alle utenze, senza dubbio frutto di qualche errore nel sistema operativo usato dagli uffici comunali, nell’incrocio dei dati, come dimostrato dalle esigue riscossioni. Per non parlare dei disagi arrecati ai cittadini, con un ufficio tributi aperto poche ore a settimana! Ma non siamo stati ascoltati. Non solo, a fronte dei ricorsi presentati, il Comune di Villalfonsina, anziché accogliere il tentativo di mediazione formulato dalle parti ricorrenti, ha preferito costituirsi in giudizio con ulteriori aggravi di costi per spese legali”.
“Il comune – sostengono – ha voluto affrontare, temerariamente, un processo dall’esito scontato che lo ha visto soccombente e condannato al pagamento di tutte le spese di giudizio. Chi paga? Oltre al ‘danno’ erariale arrecato alle casse comunali, determinato dal ritardo nelle notifiche, anche la ‘beffa’ per i cittadini Villesi a causa degli ulteriori costi delle sentenze di condanna. Ci si consenta, in ultimo, di fare una previsione, sperando di essere smentiti: il Comune proporrà appello avverso le sentenze di condanna? Il Comune avvierà un contenzioso contro Poste Italiane? Errare è umano, perseverare diventa diabolico”.