Un tavolo tecnico in Regione “al fine di poter arrivare al 1° gennaio 2022 mettendo a terra soluzioni” per il futuro dei lavoratori della Fondazione Mileno di Vasto Marina. Lo chiede la Uil Fp all’assessora regionale alla Sanità, Nicolettà Verì, dopo la riunione della commissione di Vigilanza del Consiglio regionale in cui è emerso il rischio di pesanti tagli al personale, se nei prossimi mesi non dovessero aumentare le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture del gruppo convenzionato con la Regione.
Il segretario provinciale della Uil Fp, Camillo Di Felice, e il segretario generale, Marco Angelucci, formulano in un comunicato una serie di richieste: “Approvazione della riconversione della residenzialità e semi residenzialità il cui piano giace nei cassetti dell’Assessorato alla Sanità già dal lontano 2012” e che “nessun Governo Regionale finora è riuscito a rendere operativo. Programmazione dei nuovi fabbisogni legati alle prestazioni ambulatoriali e domiciliari di specifica competenza del centro di riabilitazione ex articolo 26 Fondazione Mileno. Aggiornamento del regime di remunerazione tariffaria non adeguato da circa 20 anni. Previsione di accordi di 2° livello regionale per adeguare i mancati rinnovi contrattuali dei lavoratori del settore bloccati da oltre 15 anni. Adeguare i budget regionali riguardo i reali fabbisogni e tariffe. Recuperare le importanti cifre della mobilità passiva extraregionale che da sola si attesta sui circa 6/7 milioni annui con una politica attrattiva che metta nelle condizioni i pazienti che vanno a curarsi fuori regione di trovare gli appropriati setting di ricovero presso la propria regione/provincia/città. A nessun cittadino utente del Servizio sanitario regionale ed ai loro familiari fa piacere andare fuori regione per curarsi con ulteriore aggravio di spese da sopportare insieme ai disagi patiti per la lontananza dei luoghi”.
Dopo la seduta della commissione di Vigilanza, presieduta da Pietro Smargiassi, “c’è da riferire come in sostanza non siano emerse adeguate soluzioni alla crisi aziendale che mette a rischio molti posti di lavoro. Ci sono state buone dichiarazioni di intenti da parte istituzionale”, ma è un atteggiamento che “va avanti da tanti anni senza che poi tradursi in atti concreti. Volendo intravvedere il bicchiere mezzo pieno si può affermare che il confronto ha avuto, se non altro, il merito di accedere un focus da parte della Regione Abruzzo e della Asl di Chieti sulla drammatica condizione dei lavoratori di questa struttura e cominciare a dibattere circa il percorso da intraprendere per individuare la soluzione definitiva che oggi coinvolge la fondazione Mileno ma che a seguire potrà interessare tutto il settore della riabilitazione ex art. 26 della regione Abruzzo. Uno spiraglio di apertura è stato dato dal direttore amministrativo della Asl di Chieti circa la possibile soluzione dei conteziosi giudiziari che si trascinano da anni sul budget da riconoscere per le prestazioni rese. Ma questa buona notizia sicuramente farà felice la direzione della Fondazione molto meno i lavoratori che certamente non la interpretano come la panacea dei loro problemi. Anzi a peggiorare le cose c’è stata la dichiarazione dello stesso presidente Padre Franco Berti che comunicato che all’orizzonte si profila una riduzione del personale del 50% perdurando tale situazione economica/finanziaria”.
Di qui la richiesta di un tavolo di confronto. “Solo con una sana e competente programmazione sanitaria che deve vedere impegnato anche il management aziendale per quanto attiene il proprio profilo di erogatore si riuscirà a salvaguardare i livelli occupazionali offrendo prestazioni sanitarie appropriate rispetto ai fabbisogni espressi dalla popolazione. Diversamente – concludono Di Felice e Angelucci – la Fondazione difficilmente avrà un futuro roseo e a nostro parere sarà solo la punta di un iceberg che a seguire coinvolgerà l’intero sistema della riabilitazione regionale”.