Sul serpentone che unisce Vasto al suo golfo si passa su una sola corsia e non è certo la prima volta. La pioggia dilava il terreno, il fango cade sull’asfalto e la provinciale 212 Istonia diventa più insidiosa di quanto già non lo sia in condizioni normali. Chiudere un pezzo di corsia dell’arteria che collega la città alta a Vasto Marina [LEGGI] è stato un provvedimento quasi obbligato, se si ripensa a quel record di sette incidenti in un solo giorno di maltempo. Era l’estate del 2006.
Mai una soluzione – L’ingresso principale di Vasto è lo stesso da sempre. Una strada in molti tratti stretta, appena sufficiente per due sensi di marcia con un transito continuo di veicoli durante tutta la giornata. Chi deve andare a lavorare nella zona industriale di San Salvo passa di lì. Chi d’estate va al mare raggiunge la riviera da quella parte. Al di là del rettilineo che immette sulla statale 16, tutto il resto del tracciato è un susseguirsi di curve, come le due consecutive a metà percorso dove, pochi anni fa, uno smottamento laterale causò un restringimento di carreggiata: segnali provvisori e birilli rimasero per mesi.
Una gatta da pelare – Sono trascorsi 16 anni da quando l’amministrazione provinciale, allora di centrosinistra, offrì al Comune di Vasto, allora di centrodestra, la cessione della strada accompagnata da un finanziamento da 275mila euro per la manutezione. Non se ne fece nulla. Neanche l’anno dopo, quando l’amministrazione comunale di Vasto cambiò colore politico, lo stesso della Giunta provinciale. Ma la gatta da pelare, anche in quel caso, non la volle nessuno.
Proprio dopo quel record di incidenti giornalieri del giugno 2006, si corse ai ripari prima risistemando l’asfalto (ultimo rifacimento totale) e poi stendendo il manto drenante all’altezza di quella che i vastesi chiamano comunemente la curva della morte, dove fu installato anche un guardrail più alto con segnalatori luminosi (che durarono un annetto e non furono ripristinati). Alcuni decenni fa, da quella curva precipitò un pullman e la notizia finì sulle cronache nazionali.
Progettare – Al di là dell’annunciata e mai costruita seconda strada di collegamento Vasto-Vasto Marina, negli ultimi 15 anni i mali endemici dell’Istonia sono stati curati solo con dei palliativi – allargamento di un brevissimo tratto di fianco a via Magnacervo, molti rattoppi e rifacimenti parziali, sempre quando è passato il Giro d’Italia – ma nessun progetto complessivo per rendere più sicura e moderna la vecchia strada che porta fin dentro Vasto. Si dirà che servono molti soldi. Proprio nel periodo in cui si parla del Piano nazionale di ripresa e resilienza si potrebbe pensare a una soluzione definitiva, più che a discutibili viadotti per spostare la statale 16 al di sotto della balconata orientale della città. Se solo ci si pensasse.