Continuano i licenziamenti alla San Marco Industrial di Atessa, e proseguono le proteste di lavoratori e sindacati. In un comunicato, la Fim-Cisl, in riferimento alla vicenda dello stabilimento, chiarisce meglio gli ultimi avvenimenti relativi alla riduzione di personale e alla “condotta antisindacale” avviata dall’azienda.
“La San Marco Industrial srl – spiegano dalla firma sindacale – ha avviato la procedura di riduzione del personale ai sensi della legge 223/91”. Procedimento che ha comportato il licenziamento del “rappresentante sindacale aziendale della Fim-Cisl”, e la “procedura di cassa integrazione, da diversi mesi, nei confronti di un secondo sindacalista”, situazione che, affermano i rappresentanti dei lavoratori, “ha creato i presupposti per una attività antisindacale da parte dell’azienda. Inoltre – sottolineano – il 95% degli iscritti Fim-Cisl è stato messo in cassa integrazione, mentre lavorano solo gli iscritti di un’altra organizzazione sindacale”.
“Il lavoratore licenziato – spiegano – ha dato mandato al proprio legale di riferimento, l’avvocato Pierpaolo Andreoni e, al fine di tutelare i diritti sindacali e dei lavoratori, verranno avviate nei prossimi giorni procedure tese ad accertare nelle sedi giudiziarie competenti, violazioni di legge e contrattuali, tese a far avviare procedure di controllo da parte degli organi deputati ispettivi ed amministrativi, ferme le azioni che verranno proposte a tutela del buon diritto ai lavoratori. Ad oggi l’azienda – dichiarano – ha inviato 14 lettere di licenziamento sulle 50 previste senza, dal nostro punto di vista, rispettare i criteri di legge, inoltre ha licenziato alcuni lavoratori per condivisione su Facebook e altro”.
La Fim-Cisl, sostengono, “è particolarmente determinata a ottenere il rispetto delle norme di legge e dei comportamenti di rispetto dei diritti sindacali e procederà in tutte le sedi che verranno ritenute competenti. Invitiamo nuovamente tutte le forze politiche e della comunità sociale a non essere silenti, ma a partecipare all’azione, auspicando una decisa e netta presa di posizione da parte delle Autorità locali e regionali e dell’assessore alle Attività Produttive della Regione Abruzzo“.