Attrezzature e locali inutilizzati e servizi che vanno via via diminuendo. La funzionalità di quello del fu ospedale di Gissi è ormai ridotta all’essenziale nonostante l’impegno degli operatori e l’importante supporto che potrebbe avere nei confronti del presidio vastese gravato da liste di attesa lunghissime e pressione da tutto il territorio.
Il sindaco Agostino Chieffo ha cercato di coinvolgere (e far intervenire a Gissi) l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì per discutere della questione, ma non è mai arrivata una risposta.
Così, il primo cittadino torna a denunciare la situazione di abbandono che si protrae da anni indifferentemente dal colore politico alla guida della Regione: “Da qualche decennio ormai, quello che una volta era l’ospedale civile di Gissi, che assicurava assistenza sanitaria e servizi di eccellenza al territorio del Medio e Alto Vastese, sta vivendo una fase di continuo ridimensionamento.
In nome della riconversione della rete ospedaliera, nonostante i proclami e le promesse dell’assessore regionale e del direttore generale di turno, nel corso degli anni sono stati operati solo tagli, senza che in realtà sia stato riconvertito alcunché: si è iniziato con la chiusura del servizio di oculistica, che assicurava almeno 700 interventi l’anno di cataratta, e, passando per il ridimensionamento di tutti i servizi e gli ambulatori, si è arrivati recentemente alla sostanziale chiusura del servizio di diabetologia (12.000 prestazioni annue di media), sostituito con un ambulatorio che eroga prestazioni solo una volta la settimana”.
La trascuratezza riservata alla struttura riguarda anche la sua gestione: “Da qualche tempo, addirittura, il pta è senza un responsabile e la Asl, dopo aver affidato l’incarico a dirigenti prossimi alla pensione, nonostante le promesse, ad oggi è incapace di pubblicare persino il bando per l’affidamento dell’incarico. Inoltre, è inaccettabile che quel poco che ancora esiste, incredibilmente, viene messo in condizione di non poter lavorare o di non poter farlo nel modo migliore. Mi chiedo, infatti, quanti cittadini del territorio sanno che a Gissi è aperto un Punto di Primo Intervento H24 che, per i problemi di minore entità, potrebbe alleggerire notevolmente il carico di lavoro del Pronto Soccorso di Vasto, dove, specie nel periodo estivo, è notorio che, causa gli spazi angusti e i carichi di lavoro, quando non si accede con codice rosso, è necessario attendere ore prima di poter essere visitati da un medico. Mi chiedo ancora perché, mentre a livello aziendale ci sono liste di attesa di mesi, a Gissi i vari laboratori vengono fatti lavorare con il contagocce, perché ci sono due sale operatorie inutilizzate, una tac e un laboratorio radiografico che lavorano si e no qualche ora la settimana ecc. Ma non finisce qui: ad oggi, nel pta è in servizio effettivo un solo dirigente medico che, secondo la direzione aziendale, oltre a svolgere le funzioni di responsabile della struttura, dovrebbe garantire tutte le attività, ivi compresa l’organizzazione e il coordinamento della campagna vaccinale”.
Infine la nota vicenda delle strutture realizzate e non usate: “Per non parlare poi degli interi edifici di proprietà della Asl presenti a Gissi, realizzati nel corso degli anni con dispendio di danaro pubblico (due ex sedi del distretto sanitario e la scuola infermieri), oggetto di periodici interventi di manutenzione, in parte dotati di utenze attive, ma completamente abbandonati ed inutilizzati. L’inesorabile declino di quello che era l’ospedale di Gissi va avanti oramai da almeno tre lustri, ma, indiscutibilmente, gli ultimi tre anni sono stati i peggiori, caratterizzati dalla totale assenza di iniziative e idee per il rilancio del pta.
Infatti, in passato, quanto meno, la politica regionale parlava di voler riconvertire quello che una volta era l’ospedale di Gissi, per mettere la struttura al servizio del territorio. Oggi, dall’assessore Verì, che, incredibilmente, non risponde neanche alla richiesta di incontro inviatale dai sindaci del territorio, solo un silenzio assordante che non lascia presagire nulla di buono.
Con i fondi del PNRR a disposizione e con l’esperienza della pandemia che ha ricordato a tutti l’importanza delle strutture di assistenza sanitaria sul territorio, l’atteggiamento della Regione è incomprensibile e inaccettabile: questa è probabilmente l’ultima occasione per riqualificare e rilanciare il pta di Gissi e non possiamo perderla”.