“Che tu vinca o che tu perda, porta sempre a casa una cosa: la dignità”. Manuele Marcovecchio chiude citando il campione tedesco Franz Beckenbauer il primo appuntamento pubblico di Valore è Abruzzo, il nuovo gruppo politico in consiglio regionale fondato insieme a Simone Angelosante e Antonio Di Gianvittorio. È l’auditorium della chiesa di Santa Maria del Sabato Santo ad accogliere l’incontro in cui i tre consiglieri usciti dalla Lega hanno illustrato – dopo averlo fatto in conferenza stampa a Pescara qualche giorno fa – le “ragioni della scelta” che li ha portati ad un cambio di rotta nel loro percorso politico. In sala anche Gianfranco Giuliante, presidente Tua, che proprio in giornata ha lasciato anche lui la Lega.
Ad aprire la serata è Alessandra Cappa, consigliera comunale di Vasto. “Quando con Manuele abbiamo deciso di aderire alla Lega (nel 2018) era una scelta di buonsenso. C’erano buoni propositi, guardando ad un classe dirigente che, nel nord del Paese, aveva dato prova di competenza e capacità”. Ma, soprattutto nella marcia di avvicinamento alle elezioni amministrative dello scorso ottobre, “c’è stata una profonda riflessione, perchè ci si aspettava, e non c’è stato, interesse ai bisogni della comunità“. Le lunghe trattative per la scelta del candidato sindaco del centrodestra hanno portato Cappa a lasciare la Lega e appoggiare, con la lista Per Vasto, Alessandra Notaro. “La rivoluzione del buonsenso che aveva spinto tanti di noi a scegliere la Lega si è avvitata su se stessa”. Ecco perchè la nascita di Valore è Abruzzo “è l’impegno a costruire un’area di serietà della politica. La mia adesione – ha concluso la consigliera comunale – è un riconoscimento a chi ha dimostrato coraggio umano e dignità politica”.
Simone Angelosante ricorda di essere stato “il primo coordinatore regionale, nel 2015, della Lega in Abruzzo” e oggi vive questa fase “con la determinazione a stare in mezzo alla gente. Ci siamo resi conto che agli interessi degli abruzzesi venivano anteposti gli interessi dei partiti. Già da tempo eravamo in contrasto con i vertici ma la nostra disciplina ci diceva di fare una battaglia da dentro”. Fino a quando in cinque non hanno scritto una lettera a Salvini per sottolineare ciò, che secondo loro, non andava nella Lega abruzzese. “La conseguenza è stata la pubblicazione della lettera sui giornali e l’espulsione di Marcovecchio, un’azione politica e mirata, solo perchè si era reso conto che la proposta per Vasto non era quella giusta”. Nel partito di Salvini, in Abruzzo, “c’è un problema di democrazia interna e, dove non c’è democrazia, non possiamo stare”. Oggi, con il nuovo gruppo, “in Regione contiamo tanto e conteremo sempre di più. Vogliamo aggregare persone di buona volontà e iniziare a rifare politica del territorio“.
Il riferimento al territorio è il gancio per l’intervento di tre sindaci, Graziana Di Florio di Cupello, Giovanni Giammichele di Dogliola e Gabriele D’Angelo di Castelfrentano, presenti all’incontro con diversi altri amministratori locali. Di Florio, che da Marcovecchio ha raccolto il testimone alla guida di Cupello, ha sottolineato il “coraggio di questa scelta”, invitando, così come i suoi colleghi primi cittadini, i tre consiglieri ad “andare avanti ed avere tanta attenzione per le comunità delle aree interne”.
Tocca poi a Tony Di Gianvittorio, con un intervento di estrema sintesi in cui ricorda che “siamo persone del popolo. Tutti e tre siamo consiglieri comunali e conosciamo bene le esigenze delle comunità. Ma, nel fare proposte, siamo stati sempre bloccati. Ora abbiamo un nostro peso specifico e combatteremo, da dentro, in un modo diverso”.
L’intervento di Manuele Marcovecchio si aopre con una lettura dal De Hominis Dignitate di Pico delle Mirandola. “Le ragioni della nostra scelta risiedono nella dignità di esseri umani liberi”, esordisce il consigliere regionale. “Questa è una nuota stagione. Della mia esperienza nella Lega non rinnego nulla ma devo censurare quanto sia stata brutale una espulsione di cui ho appreso solo da 5 righe di un’agenzia di stampa. Chissà se il coordinatore regionale della Lega – attacca Marcovecchio – conosce lo statuto del suo partito o di tutti gli altri movimenti democratici. Ma, di certo, non intendo sollevare eccezioni di forma. Devo solo constatare il pressapochismo e l’inesistenza di ogni fondamento democratico in un movimento che si candida a governare“.
Poi snocciola una serie di temi come sanità, attenzione ai territori, l’occupazione nel Vastese, i rifiuti, che saranno “al centro di una buona politica di prossimità. Sono convinto che prima dei partiti vengano i territori, prima della Lega viene la mia gente”. C’è la sottolineatura su “metà di uomini e donne che non sono andati a votare, non si sentono rappresentati. Il nostro vuole essere un progetto semplice ma ambizioso, andare incontro a quella maggioranza silenziosa che chiede stabilità”. Occorrerà, per l’ex sindaco di Cupello, “ascoltare per trovare idee e soluzioni, senza perdere tempo nel dover trovare lo slogan del giorno”. E centrale sarà “la fiducia, che dobbiamo avere per primi in noi stessi e in quelli che ci vorranno accompagnare. Questa è una sfida che giocheremo a testa alta“.