Si è parlato del futuro del porto di Vasto nel convegno organizzato dall’Aspo, l’Agenzia speciale per i porti di Ortona e Vasto creata dalla Camera di Commercio di Chieti-Pescara. Al centro dell’incontro nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, con gli interventi moderati da Fabio Travaglini di Aspo e Gianni Cordisco dell’Arap, c’è stato lo studio “Potenzialità di sviluppo intermodale del Porto di Vasto”, realizzato da Maurizio Cociancich e Fabrizio Borgogna di Elevante, società di Trieste specializzata nella logistica. Lo studio prende spunto “dall’esigenza di avere uno strumento analitico rispetto alle strutture portuali – ha spiegato il presidente Aspo Mario Miccoli -. Siamo partiti da Vasto, che ha un’area produttiva e industriale qualificata, con player da difendere rispetto alla delocalizzazione. Oggi è necessario aumentare la competitività facendo diventare Punta Penna un nodo intermodale. Per questo servono infrastrutture adatte e servizi innovativi”.
Gennaro Strever, presidente della Camera di Commercio, ricorda che “anticamente dove c’erano i porti si sono sviluppati insediamenti. I porti sono sempre stati segno dello sviluppo. I porti abruzzesi sono ancora poco appetibili e dobbiamo lavorare per renderli interessanti sui mercati internazionali”. Il procuratore della Repubblica di Vasto, Giampiero Di Florio, ha poi dato spunti di riflessione sul rapporto tra sviluppo economico e cultura della legalità, lanciano poi la proposta di “creare un Osservatorio sul rating di legalità delle imprese sane nel territorio, che possa essere strumento di monitoraggio costante per depurare l’economia del mercato sano prevenendo il rischio di infiltrazioni criminali che, in questa zona, è alto”. Della necessità di guardare all’intermodalità ha parlato anche Giuseppe Savini, presidente di Arap. “La rete di trasporti oggi non è più adeguata, perché concepita 50 anni fa. È necessario un cambio di paradigma, con un approccio sistemico e collettivo alla problematica”.
Maurizio Cociancich ha presentato poi lo studio sul porto di Punta Penna che, nella sua stesura, ha tenuto conto anche di tutti i lavori svolti in precedenza da enti e istituzioni. “Le imprese stanno cambiando modelli organizzativi di produzione e consumo – ha detto l’esperto di logistica nelle premesse –. La produzione e i magazzini si spostano e i territori si spostano. Oggi, nel territorio di riferimento del porto di Vasto manca il senso della cultura logistica e mancano servizi adeguati”. L’intermodalità è una risposta al cambiamento in atto perché “consente di diminuire l’impatto sul territorio e ha un effetto positivo sulle imprese con riduzione dei costi e mantenimento dell’efficienza”. Di pari passo deve andare la crescita delle imprese, “perché un porto serve se ci sono imprese che lo utilizzano”. La posizione geografica di Punta Penna fanno dello scalo portuale un punto strategico, con diverse aree produttive nel raggio di 30 km. L’analisi dei dati sul traffico merci nel porto di Vasto “segna un deciso calo con la crisi del 2008-2009, poi una buona ripresa, negli ultimi 4-5 anni, che si è fermata con la pandemia. Il traffico passeggeri, invece, è stato azzerato con lo spostamento a Termoli”. Tra le azioni da compiere – alcune già in atto – ci sono il dragaggio, che porterà il fondale a 7,5 metri, permettendo l’ingresso di navi con maggiore pescaggio, l’allargamento della banchina e l’arrivo della ferrovia in porto. “Connettere il porto di Vasto alla rete nazionale ferroviaria – ha sottolineato Cociancich – darà un vantaggio competitivo rispetto ad altri”. La crescita portuale va accompagnata con servizi “per arrivare ad un milione di tonnellate entro il 2030”.
Sono state identificate anche delle azioni da intraprendere come “un piano di marketing strategico e operativo. Bisogna anche iniziare a comunicare il nuovo assetto, parlando con gli armatori delle azioni in corso per aumentare i traffici. Strategico sarà lavorare il corto raggio ferroviario, con il consolidamento dell’attuale e il rilancio per avere nuovi traffici”. In una fase come quella attuale non si può prescindere “dagli incentivi della Regione Abruzzo per il trasporto intermodale. E poi vanno attrattivi nuovi operatori nell’area retroportuale”. Altra azione efficace sarà quella rispetto “all’elaborazione di statistiche in maniera adeguata e continuativa nel tempo”. Tra le azioni proposte dallo studio c’è anche la necessità di digitalizzazione della logistica. “Lo studio – ha concluso Cociancich – è un primo strumento di condivisione del pensiero”. Il passaggio successivo sarà quello del confronto tra tutti gli attori coinvolti, pubblici e privati, per arrivare a dei risultati.
Tra gli interventi anche quello del senatore Luciano D’Alfonso. “Il porto di Vasto ha avuto il suo piano regolatore approvato già nel 2014. Ora c’è l’ultimo miglio ferroviario appaltato con immediatezza”. Oltre allo strumento della Zes, D’Alfonso pensa a Vasto come “zona a logistica semplificata. Serve immediatezza amministrativa perché tutto accada velocemente. Ci deve essere un punto di convergenza tra tutti per fare le cose. Dobbiamo scommettere su una economia veloce e connessa e questo richiede capacità”.
C’è stato spazio anche per la voce delle imprese che, nel territorio, operano con successo nel settore della logistica. “Tanti gli interventi politici e istituzionali ad un evento che riporta l’attenzione necessaria sul mondo della logistica del nostro territorio – ha detto Luca Mazzali, presidente di Adrilog -. Trovo tutto molto pertinente, sono diversi anni che parliamo di grandi opportunità, ma ad oggi siamo ancora in balia di evidenti criticità soprattutto della rete autostradale. Sostenibilità economica, sociale e ambientale per le aziende logistiche sono sfide enormi, che le singole società private non possono affrontare senza il sostegno delle istituzioni. Chiediamo attenzione a strumenti che possano sostenere lo sviluppo, l’innovazione e il futuro delle nostre persone, dei nostri processi, dei nostri mezzi. Chiediamo un’interlocuzione che ci riconosca protagonisti di un settore che conosciamo approfonditamente. Chiediamo di poter contribuire fattivamente alla messa a terra della strategia di sviluppo del Polo intermodale di Vasto”.