Contratto nazionale di lavoro scaduto da più di due anni e nessun rinnovo all’orizzonte. C’è questo alla base dello sciopero nazionale dei servizi ambientali che, lunedì 8 novembre per l’intera giornata, interesserà oltre 100mila addetti del settore, pronti a rivendicare i loro diritti.
Uno stop che, come annunciato anche sui canali istituzionali dei Comuni del territorio, comporterà il mancato ritiro dei rifiuti nella giornata di lunedì. Niente conferimento dell’umido quindi, a Vasto e San Salvo, domenica 7 novembre: lunedì 8, infatti, i rifiuti non saranno ritirati. “Presso scuole, ospedali e centri RSA – sottolineano dal Comune di Vasto – il servizio sarà garantito. La cittadinanza è invitata, domenica 7 novembre, a non conferire rifiuti all’esterno delle proprie abitazioni”. Anche dall’amministrazione comunale di San Salvo arriva la raccomandazione di “conservare in casa i rifiuti non ritirati per conferirli nei giorni successivi, come da calendario”.
Ragioni dello sciopero, annunciato alla fine di ottobre, che le segreterie dei sindacati Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, illustrano in un comunicato stampa congiunto. “In questa situazione di conflitto – spiegano – è indispensabile avere il massimo contatto tra i lavoratori più di quanto quotidianamente accade in ogni azienda, seppur in tempo di pandemia. Occorre comprendere con chiarezza le ragioni dello sciopero ma, soprattutto, le pesanti condizioni che le associazioni datoriali hanno posto al tavolo della trattativa cercando di negare ai lavoratori il confronto su tutte le dinamiche aziendali per peggiorare unilateralmente le condizioni contrattuali per tutti. Il vero obiettivo, dopo un’iniziale benevolenza nel periodo peggiore della pandemia, non è far crescere il
Settore come si legge spesso nei loro documenti ma è, solamente, tagliare il costo del lavoro ed eliminare la rappresentanza sindacale dei lavoratori e delle lavoratrici nella quotidianità aziendale”.
Uno sciopero, spiegano i promotori, che ha come obiettivo quello di “rimuovere i macigni che sono stati posti davanti al settore, alle 100mila famiglie che di questo vivono e ai cittadini che ne avranno un danno. Dobbiamo difendere il settore da chi vuole precarizzare il lavoro, da chi vuole il settore frantumato in migliaia di appalti con l’applicazione dei CCNL ‘pirata’, da chi vuole per sé solo la parte ricca del ciclo e lasciare al mercato senza regole la parte povera, ancor più impoverita dal mancato rinnovo del contratto nazionale scaduto da oltre 27 mesi. Vanno intensificate le assemblee e il confronto tra lavoratori – aggiungono – per preparare al meglio lo sciopero e la mobilitazione futura, necessaria per salvaguardare le tutele che qualcuno vuole cancellare. Occorre esporre ai Sindaci e alle forze politiche locali le nostre idee per il settore e, in modo esplicito e concreto, raccontare della determinazione e della rabbia dei lavoratori che, quotidianamente, garantiscono il decoro alle nostre comunità, anche in tempi duri per il Paese, seppur senza aumenti economici da anni e senza garanzie sul proprio futuro”.
Nella giornata di lunedì, previsti presidi in 100 piazze per il rinnovo del contratto perché, come affermano dai sindacati, “il giorno dello sciopero non serve rimanere a casa ma occorre partecipare in massa ai tanti presidi unitari provinciali presso i comuni, le prefetture e le aziende e spiegare ai cittadini che i disagi che a loro arrechiamo sono necessari per il futuro di tante lavoratrici e tanti lavoratori e per quello delle città in cui vivono“.