Si sono svolte questa mattina anche a Vasto le celebrazioni per il 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. I rappresentanti dell’amministrazione comunale, delle forze dell’ordine, le associazioni combattentistiche e d’arma della città e gli studenti dell’Istituto Rossetti e della Nuova Direzione Didattica, hanno partecipato ai momenti di memoria e ricordo. Quest’anno, in tutta Italia, è stato ricordato il Centenario della traslazione del Milite Ignoto da Aquileia a Roma, all’Altare della Patria.
In piazza Caprioli la cerimonia si è aperta con l’alzabandiera. Poi, le note del silenzio, hanno accompagnato la deposizione della corona d’alloro dinanzi al monumento ai Caduti, che ricorda tutti i vastesi scomparsi durante la prima guerra mondiale. I partecipanti, in corteo, hanno poi raggiunto via Adriatica, per deporre una coronna d’alloro davanti al cippo dedicato ai Caduti del mare.
A chiudere la mattinata è stata la celebrazione di una messa, in suffragio di tutti i caduti in guerra, presieduta da Don Gianfranco Travaglini nella concattedrale di San Giuseppe. Al termine della celebrazione il vicesindaco Licia Fioravante ha portato il saluto del sindaco Francesco Menna, impegnato a Chieti nella cerimonia con il Prefetto Armando Forgione. “Oggi siamo chiamati a celebrare un triplice anniversario: la vittoria della Grande Guerra, il primo, grande, drammatico sconvolgimento in armi di dimensioni mondiali che, tuttavia, fece conseguire al nostro Paese, il completamento della sua unificazione territoriale; il giorno, dunque, dell’Unità Nazionale così faticosamente e pienamente realizzata; ed, infine, ma non da ultimo, la celebrazione delle Forze Armate, che di quell’integrità – e di come essa si proietta nel mondo – sono garanzia e custodia”.
Fioravante ha sottolineato come “in questo mondo virtuale difficilmente ci fermiamo a riflettere sul bene comune e, in particolar modo, su come custodire il dono più prezioso che ci proviene dall’esperienza di chi ci ha preceduto: la libertà. E la nostra storia è lì a ricordarcelo. A ricordarci che non bisogna mai commettere l’errore di dare la libertà per scontato; che essa esige sempre un suo prezzo; che, per viverla pienamente, impegna ciascuno di noi, nel proprio intimo, a interessarci del bene di tutti e non solo di alcuni. Che la vera libertà nasce sempre da un incontro e vive, e dura, per la forza di suscitare continuamente, anche di fronte agli innumerevoli errori della storia, nuove opportunità di progresso, morale e sociale”.
Nel concludere il suo discorso si è rivolta anche agli studenti. “Dobbiamo, ciascuno per la propria parte, farci carico del nostro bene comune“, iniziando proprio dai giovani che “nello studio, mettono in atto il proprio ingegno, le proprie potenzialità e si preparano a sperimentare la vocazione di cittadini, quella che spesso viene definita la vita dei grandi, degli adulti“.