Sono serviti 9252 voti a Filippo Paolini per vincere su Leo Marongiu, che si è fermato a 8810, per vincere il turno di ballottaggio e diventare, dopo 10 anni, di nuovo, il sindaco di Lanciano.
Una partita elettorale, quella di ieri, iniziata con un testa a testa tra i due. Marongiu avanti nel centro città e Paolini nelle contrade. Piano piano, con il passare delle ore, però la distanza tra i due è aumentata e il candidato del centrodestra ha iniziato a prendere il largo, non solo nei seggi delle contrade, ma in quelli del centro, storicamente appannaggio della sinistra lancianese.
Una vittoria per 442 voti quella di Paolini su Marongiu che ha fatto scattare cori e gioia incontenibile tra amici e supporter dell’avvocato alla sua terza esperienza da sindaco di Lanciano sotto i Portici comunale, nei pressi del suo comitato elettorale fino a scendere giù a Palazzo di città. “Per come sono fatto, mi metterei a lavorare sin da subito – ha detto Paolini ai suoi nel salone della ex Casa di Conversazione – ma ora è il momento di festeggiare tutti insieme questa vittoria. Ce lo meritiamo”.
A festeggiare insieme al centrodestra lancianese, unica vittoria azzurra nel panorama locale, anche i vertici dei partiti che [mar_dx] hanno appoggiato Filippo Paolini dal patto di ferragosto. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, l’assessore regionale della Lega Nicola Campitelli ed il coordinatore del Carroccio Luigi D’Eramo.
Un 51,22%, quello della vittoria, che riconsegna a Paolini una città sostanzialmente spaccata, con il 48,78% di Marongiu. Ma soprattutto una città, quasi la metà, che ha deciso di astenersi dal voto e non potrà di certo essere un dato di cui non tener conto una volta seduti nei banchi del nuovo consiglio comunale.