L’avvocato Michela Scafetta, difensore di una delle due insegnanti della scuola di Cupello, ci chiede di replicare alle dichiarazioni contenute in questo articolo: LEGGI.
“Rimango sconcertata – si legge nella nota dell’avvocato Scafetta – da quanto affermato dagli avvocati di parte civile Davide Antonioli e Stefania Bracaglia nell’articolo pubblicato sul vostro giornale in data 15 ottobre. I due avvocati – dichiara il legale – propongono ai lettori una ricostruzione falsa di quanto deciso dai giudici e di quanto scritto nella sentenza. Se consideriamo poi che le motivazioni non sono state ancora depositate, e lo saranno il 15 dicembre prossimo, ci troviamo di fronte a dichiarazioni gravi e irresponsabili. Voglio ricordare che dopo nove anni di calvario è arrivata l’assoluzione: la Corte d’Appello di L’Aquila ha assolto entrambe le maestre dal reato di minaccia ‘perché il fatto non sussiste’, riqualificando i fatti di cui al secondo capo d’imputazione nell’abuso di mezzi di correzione, meno grave dell’art. 572 (maltrattamenti appunto). Per questo secondo capo d’imputazione la Corte ha dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. A quale titolo i colleghi affermano che le maestre ‘non sono state assolte per tali comportamenti di abuso verso i minori’? Dov’è scritto nella sentenza che la Corte ‘ha riconosciuto il dolore e le ferite dell’anima che ancora oggi i bambini di un tempo hanno vissuto’? Dov’è il ‘risarcimento danni’ dichiarato dagli avvocati di parte civile? Tali affermazioni, totalmente prive di qualunque fondamento, sono inaccettabili”, afferma l’avvocato Scafetta.