“La decisione dei giudici di appello riconosce con la sentenza che i bambini non hanno avuto maestre autorevoli e giuste, ma maestre che hanno abusato del loro potere”. Lo affermano gli avvocati Davide Antonioli e Stefania Bracaglia, legali di parte civile nella vicenda relativa alle maestre di Cupello, su cui nei giorni scorsi la Corte d’appello dell’Aquila ha emesso la sentenza di secondo grado.
“Non sono state assolte – dichiarano – per tali comportamenti di abuso verso i minori, come si è letto in questi giorni in alcuni articoli di giornali o su dichiarazioni sui social. La sentenza aquilana ha qualificato i comportamenti delle maestre di scuola elementare come ipotesi di reato contemplata dall’articolo 571 del codice penale derubricando il reato di maltrattamenti e ritenendo che i fatti costituiscono un’ipotesi di abuso di mezzi di correzione o di disciplina. La Corte, davanti alla richiesta di prescrizione delle imputate, non ha potuto fare altro che dichiarare di non potersi procedere per la lunghezza del processo, però ha riconosciuto il dolore e le ferite dell’anima che ancora oggi i bambini di un tempo hanno vissuto, confermando la sentenza di primo grado in merito al risarcimento danni dovuto dalle maestre oltre alla loro condanna per le spese di giudizio. Questa verità – affermano i legali – è un dovere verso tutte quelle maestre che riconoscono nel ruolo di educare una missione e non un potere da esercitare verso i bambini indifesi. Essere autorevoli, rigorose, giuste significa accogliere e comprendere ed amare i propri allievi, questo è ciò che un genitore si aspetta quando affida i propri figli alla scuola per farli istruire e soprattutto educare con comportamenti buoni e sani”.