Sindacati sul piede di guerra alla Fondazione P.A. Mileno. Il direttore generale Padre Franco Berti e il direttore amministrativo Francesco Nardizzi hanno annunciato l’avvio per la cassa integrazione per 276 dipendenti.
“Mentre la carenza di infermieri e OSS si fa sentire nelle strutture socio sanitarie-Rsa a livello Nazionale, nella della nostra regione si assiste ad un vero paradosso – scrivono in un comunicato congiunto Fp Cgil, Cisl Fp Rsa e Fpl Uil – Riteniamo che questa non può essere considerata una soluzione valida poiché ci dovrebbe essere, come più volte richiesto, la volontà della Fondazione di attivare un vero tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e affrontare i temi della crisi congiuntamente, anche attraverso soluzioni innovative e alternative, come più volte da noi evidenziate”.
“Non comprendiamo l’atteggiamento di chi pensa di amministrare una struttura sanitaria convenzionata come una qualsiasi attività commerciale, dove se mancano i clienti, mancano gli incassi e quindi, si procede all’utilizzo degli ammortizzatori sociali pagati dalla collettività. Non è più tollerabile scaricare ogni volta tutte le difficoltà sulle spalle dei lavoratori dimenticando quanto già vissuto nel recente passato, dove gli stessi sono stati messi a dura prova, insieme alle loro famiglie, dalla crisi degli stipendi che è andata anche oltre le tre mensilità consecutive. L’azienda non può nascondersi dietro la scusa della contrazione delle prestazioni dovute dall’emergenza Covid e sulla contrazione del 45% sulle prestazioni extra regionali e pensare che la soluzione dei problemi sia la Fis. Finita l’emergenza Covid nel mese di dicembre 2021 l’amministrazione ci dovrà dire se i problemi sono risolti o persisteranno anche in futuro. Per noi questo si chiama programmazione”.
“Programmazione (rigorosamente con la P maiuscola) che dovrebbe anche tener conto e farsi carico di non di perdere e lasciar migrare (verso altre strutture) tantissimi professionisti sanitari che da anni operano nella struttura senza che siano stati adeguatamente valorizzati (come sindacato è una tematica che riproponiamo ciclicamente e assiduamente). Anche su questo nessuna risposta. Anzi è una situazione che rischia di aggravare ulteriormente le prospettive future. La situazione venutasi a creare in queste settimane ha portato alla chiusura di un reparto in CSSA e un reparto NIA ex art.26, con conseguente blocco dei ricoveri in questi due reparti. Attendiamo la convocazione dall’assessore Veri e il direttore Generale dell’Asl 2, che auguriamo possa avvenire al più presto”.
ERRATA CORRIGE: per errore l’articolo è stato inizialmente pubblicato a firma di Renato De Ficis, editore di zonalocale.it. Si precisa che Renato De Ficis non fa parte della redazione, non legge i comunicati e tantomeno li seleziona e pubblica.