Il 10 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH), e riconosciuta dall’Oms, l’iniziativa promuove la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale. Il pregiudizio verso colui che è in difficoltà è sempre vivo e giudizi stigmatizzanti sono di frequente lettura sulle piattaforme social e non solo.
Anche il Comune di Cupello ha deciso, “a seguito di una conversazione tra artisti e professionisti della Salute Mentale, tutti operanti nel territorio del Vastese – si legge in un comunicato del Municipio – di aderire alla Giornata Mondiale della Salute Mentale al fine di contrastare questo stigma favorendo un dibattito sulle nostre fragilità”. Due le iniziative organizzate dall’amministrazione comunale: sabato 9 e domenica 10 ottobre, dalle 17 alle 20, l’esposizione di opere d’arte che sarà allestita nella Sala Multimediale del Comune di Cupello. Il 10 ottobre dalle 17, nella Sala Consiliare, si terrà il convegno su salute mentale e terapie. L’ingresso agli eventi è gratuito, mascherina e green pass obbligatori. La cittadinanza è invitata a partecipare.
“I disturbi mentali sono tra le patologie più comuni nella popolazione generale – spiegano dal Comune -. La depressione, in particolare, è la malattia più frequente al mondo. Nel loro complesso, i disturbi mentali sono più frequenti delle patologie oncologiche. Tendenza che è stata accelerata ed aggravata dalla pandemia da Covid- 19 che ha reso molto più evidenti le fragilità delle nostre comunità e più in generale della nostra società. L’emergenza sociale – sottolineano – acuita dal Covid-19, non si è rivelata solo un’emergenza economica ma una crisi che riguarda la nostra capacità di reagire ad una condizione di stress collettivo. L’infodemia, caratterizzata da una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, conferma tutte le difficoltà che incontra chi vuole promuovere il benessere sociale.
Malattia Mentale non vuol dire Follia – proseguono -. Citando Lacan “l’essere dell’uomo, non solo non può essere compreso senza la follia, ma non sarebbe l’essere dell’uomo se non portasse in sé la follia come limite della sua libertà”. In altri termini, tutti abbiamo un grado di follia senza il quale non saremmo umani e tutti abbiamo necessità di capirla e gestirla. In tal senso, crediamo che l’arte possa favorire una riflessione sullo stigma e sull’importanza di riscoprirci animali sociali. La condivisione delle proprie emozioni, la lettura critica della realtà, la capacità di chiedere e ricevere aiuto sono fattori protettivi per il nostro vivere in salute. L’arte, in qualunque forma essa sia espressa, può aiutarci a riflettere e a vivere meglio”.