Negli ultimi due anni lo smart working si è affermato in tutta Italia e in parte anche nel Vastese, dove non sono mancate iniziative benefiche come lo smart working delle idee. Il lavoro si è spostato sempre di più online e lo stesso è avvenuto anche per le offerte di lavoro. Secondo i dati diffusi da Jobtech, nei primi sei mesi del 2021 gli annunci di lavoro online sono aumentati del 62%.
Le offerte di lavoro online, secondo il rapporto Jobtech, hanno registrato una vera e propria impennata, trainata da comparti come la logistica e l’horeca (hotel, ristoranti, bar), due tra i settori che, in un modo o nell’altro, sono stati tra i più toccati dalla pandemia. Lo sviluppo della logistica è dovuto in buona parte al commercio online che, secondo i dati di Salesforce, nel primo trimestre del 2021 è cresciuto del 58% a livello globale e del 78% in Italia. Diverso il discorso relativo all’horeca: colpito dalla crisi e dalle misure per il contenimento del covid, ha segnato una decisa ripresa post-lockdown e nel complesso ha registrato forti sbalzi nel rapporto tra domanda e offerta di lavoro.
Il quadro che emerge dai dati Jobtech è quello di un mercato del lavoro in ripresa, ma che continua a seguire l’andamento della pandemia. Un quadro simile a quello che era emerso qualche mese fa dalla ricerca di LinkedIn sulle professioni emergenti del 2021. Nella top ten di LinkedIn, c’erano professioni come gli infermieri, i medici specializzati e gli insegnanti. Il mondo dell’istruzione, in particolare, ha visto la richiesta di figure specializzate anche nell’insegnamento online. Ad esempio in siti come Preply sono presenti numerose offerte di lavoro per docenti online, in grado di insegnare le lingue straniere, l’italiano e anche altre materie. Insomma, la pandemia ha spostato diverse attività nel mondo online: lo smart working, l’apprendimento online, la formazione, gli annunci di lavoro.
Il rapporto di Jobtech non si è focalizzato solo sui settori in cui si è concentrato il maggiore aumento di annunci di lavoro, ma ha anche realizzato il profilo demografico di chi cerca lavoro via internet. Nel periodo pandemico l’occupazione femminile è stata più colpita ed è probabilmente per questo che sono le donne a cercare più attivamente lavoro online: sono il 58% del totale, gli uomini il 42%.
Ancora più ampia è la differenza tra le diverse generazioni in cerca di impiego. Ben il 46% delle persone che ha cercato lavoro online nel primo semestre del 2021 appartiene alla generazione dei Millennial, che comprende i nati tra il 1981 e il 1995. Dietro di loro, ci sono al 28% la generazione Z (i nati dopo il 1996), al 22% la generazione X (le persone nate tra il 1965 e il 1980) e al 4% i Baby Boomer (nati dal 1950 al 1965).
Interessante è anche la distribuzione geografica degli italiani che hanno cercato lavoro online nei primi sei mesi del 2021. Il campione preso in esame da Jobtech è stato suddiviso su base regionale e, per ogni regione, è stato rapportato il numero di utenti in base alla popolazione della regione stessa. In questo modo è stato possibile stimare le regioni con il più alto tasso di ricerca di lavoro via internet. Nel complesso le regioni più attive sono concentrate al nord, con in testa l’Emilia Romagna (9,3%), la Lombardia (9,2%) e il Friuli Venezia Giulia (8,9%). L’Abruzzo si è posizionato verso la metà della graduatoria (6,4%), mentre le ultime posizioni sono occupate da Campania (3,4%), Sicilia (2,8%) e Calabria (2,3%).
Le posizioni quasi si invertono se si considera la competizione per ogni singola offerta di lavoro, calcolata facendo il rapporto, in ogni regione italiana, tra il totale di utenti in cerca di lavoro e il numero di offerte di lavoro. In questo caso, in cima alla classifica ci sono Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia, le regioni in cui si registra la maggiore competizione per ogni annuncio di lavoro online.
Nel complesso la situazione fotografata da Jobtech è dinamica e in continua evoluzione, almeno nel primo semestre dell’anno (da gennaio a giugno 2021). I primi dati di luglio e agosto mostrano un trend simile, con un incremento degli annunci di lavoro nei settori interessati alla crescita e alla ripartenza che seguono l’evoluzione della pandemia. A frenare le assunzioni potrebbe contribuire la scarsa fiducia, legata al timore di impiegarsi in settori più suscettibili alle chiusure.