“Questa è un’occasione di semina, perchè la politica è questo: coltivare e annaffiare”. Riassume così la sua visione sul panorama elettorale vastese, Angelo Pollutri, candidato alle amministrative del 3 e 4 ottobre con La Buona Stagione al fianco di Alessandra Notaro. Dalla campagna elettorale fino alle idee programmatiche da realizzare in Consiglio Comunale, l’esame dello scacchiere politico, le proposte di Pollutri e il suo appello al voto.
La campagna elettorale – “Ha rappresentato sicuramente una novità nello storico delle campagne elettorali, soprattutto di quelle delle elezioni amministrative che coinvolgono i cittadini più di altre tornate – sostiene Angelo Pollutri – Per la prima volta abbiamo anche un record dei candidati in città, 502 consiglieri e 6 sindaci distribuiti in 22 liste, ed è un fenomeno che dice tante cose. Prima di tutto dimostra che la maggior parte dei candidati è contro l’amministrazione uscente, 15 liste contro le 7 che il sindaco ha avuto la necessità di fare per far comprendere ai cittadini cosa ha fatto in questi cinque anni, i 2/3 della comunità sono contro l’amministrazione, quindi, c’è qualcosa nell’aria che non va. In secondo luogo, è un dato che ci dice che la rappresentanza del contro è aumentata in maniera esponenziale, e questo mi porta a pensare ad un risultato clamoroso che ribalterà i pronostici. A sostegno di questa tesi ci sono due fenomeni: c’è la necessità del sindaco uscente di andare oltre i partiti, di andare a pescare nel civismo per comporre le liste, con la faccia tosta di rimproverare chi invece fa civismo al 100%, come la nostra coalizione che è composta da quattro liste civiche (La Buona Stagione, Vasto 5.0, Per Vasto, Vasto in Azione), di cui solo Azione ha il simbolo ma mantiene comunque una caratterizzazione da lista civica; inoltre, la coalizione di centrosinistra, è caratterizzata dalla corsa al consolidamento dei certi più che da una voglia di espansione politica mentre in noi c’è coinvolgimento: noi resteremo sempre insieme, come dimostra la formalizzazione della nostra Scuola di Politiche Locali, una scuola che serve a formare la futura classe politica. I partiti non ci sono più e molti candidati vengono utilizzati come le mozzarelle: alla scadenza del 3 e 4 ottobre tutto viene buttato all’aria, ma la vera necessità è la politica che per noi ci sarà sempre, comunque vada noi resteremo sempre all’interno della vita politica della città. Questa è un’occasione di semina perché la politica è coltivare e annaffiare”.
Progetti e macchina amministrativa – “Non voglio fare l’assessore – sottolinea – non mi interessa. Io voglio fare politica. Il ruolo del consigliere di una città come Vasto è un ruolo che deve generare parole positive, che deve generare fatti. Generare lavoro, generare la difesa della piccola e media impresa presente sul territorio, rilanciare il settore urbanistico e dei lavori pubblici, rilanciare l’edilizia accelerando le procedure, questi sono alcuni dei compiti di un amministratore comunale, e sono di sicuro tra i nostri obiettivi. L’ufficio urbanistico va potenziato e deve diventare un ufficio dello sviluppo economico che abbia in sé l’urbanistica e i lavori pubblici. Io parlo di opportunità, con il recovery fund ci saranno davvero i progetti nei cassetti, devono esserci figure in grado di farli, di valutarli, di renderli economicamente appetibili: per farlo serve un ufficio urbanistico che sia motore di sviluppo, che abbia in sé un euro sportello con europrogettisti, economisti, architetti, geometri, periti agrari. Il vero motore di sviluppo della comunità, al di là delle materie prime, è la macchina amministrativa ed è necessario mettere un vero motore dentro questa macchina. Una città di oltre 40mila abitanti non si può permettere lentezza amministrativa. Inoltre, noi siamo contro il “gioco dell’oca” delle procedure: quello che tocca al cittadino, che è un suo diritto, non deve passare per la politica“.
Lavoro e territorio – “Il lavoro si genera partendo dalla trasparenza, dai tempi certi della pubblica amministrazione – aggiunge – bisogna scommettere su cose certe. La prima cosa da fare è valorizzare il territorio creando un sistema manutentivo che lo renda anche bello, e incentivando l’agricoltura: presentare bene un territorio significa renderlo forte anche dal punto di vista turistico. Ricettività nell’ambito rurale, valorizzazione dei prodotti tipici locali, il pomodoro ad esempio o il pescato locale, quello delle piccole imbarcazioni, devono avere un ruolo centrale. Si potrebbero realizzare progetti di filiera legata al pesce e al pomodoro, con i ristoranti che potrebbero vendere il pomodoro vastese con marchio DeCo (Denominazione Comunale) e usarlo per il brodetto alla vastese. Bisogna investire su tutto ciò che è del territorio per caratterizzarlo, investire sulle piccole realtà produttive incoraggiandole con iniziative che promuovano i prodotti locali. È necessario incoraggiare il commercio, i giovani, altrimenti settori come quello agricolo rischiano di scomparire. Occorre un piano speciale per l’agricoltura, che è il motore di un nuovo sviluppo e soprattutto può incoraggiare le nuove generazioni. È un’attività che non può essere delocalizzata, ma per far sì che funzioni al meglio, è importante reintrodurre la figura della guardia campestre, sia per garantire la sicurezza nelle aree periferiche agricole e prevenire i fenomeni dannosi dei cinghiali, che per la manutenzione: pulire cunette in modo da regimentare l’acqua, o curare i lotti agricoli. Si potrebbe pensare di fare del turismo rurale, dall’accoglienza alle manifestazioni, ad esempio per le cantine locali, soprattutto in autunno e inverno quando ci sono pochi eventi. I soldi ci sono, vanno semplicemente utilizzati un po’ meglio. Un’altra cosa fondamentale è un grande lavoro sull’acqua, partendo dal rilancio del Cotir che è patrimonio del comprensorio e di cui Vasto è responsabile. Va rigenerato il senso del Cotir che è fondamentale per il rilancio dell’agricoltura. Si potrebbe pensare di realizzare delle colture idroponiche, ad esempio quelle di specie autoctone di pomodoro, che darebbero poi vita, grazie a leggi regionali che lo consentono, a una filiera per la trasformazione del pomodoro. Ciò significherebbe produrre bottiglie e barattoli di pomodoro vastese a marchio DeCo e coinvolgere anche il settore della ristorazione”.
Il “nodo” Amazon – “Amazon non sarà un limite – afferma – ma un richiamo, la presenza del polo logistico significherà mobilità di persone che vengono da tutte le parti del mondo in maniera temporanea e in maniera definitiva. A Vasto abbiamo migliaia di appartamenti, dobbiamo generare una piattaforma di accoglienza turistica. Bisogna osare, fare delle cose guardando un po’oltre, senza guardarsi solo la punta del naso e avendo il coraggio di lavorare sulle quantità oltre che sulla qualità. Non è una limitazione, ma un’opportunità in grado di generare lavoro innovativo: nuove specializzazioni, qualità della vita nuova e diversa. Ci sarà una nuova ondata di “immigrazione” sul territorio, con i giovani dei paesi limitrofi che andranno a lavorare nel polo Amazon e si trasferiranno a Vasto momentaneamente o definitivamente. Per questo è importante generare un sistema di accoglienza che permetterebbe di destagionalizzare l’offerta turistica e di dare anche nuova linfa a Vasto Marina, per la quale bisogna prima di tutto rivedere il sistema di mobilità e i collegamenti con la parte alta della città”.
Appello al voto – “Mi rivolgo soprattutto al mondo del commercio e delle imprese, perché sono anni che l’amministrazione non lavora per e con le imprese ma contro di loro. L’amministrazione dovrebbe affiancare le imprese, sostenerle nelle loro scommesse. Bisogna rilanciare il principio della concertazione: non si può generare sviluppo senza parlare con il mondo sindacale, non è possibile che non esista un tavolo dello sviluppo locale con sindacati, imprese, associazioni di volontariato ed enti locali. Se non si recupera questo principio non si fa sviluppo, l’esempio del Patto territoriale Trigno-Sinello va ripreso senza se e senza ma: un uomo solo al comando non va da nessuna parte. Qual è la differenza fra noi e gli altri? Nelle nostre liste ci sono persone che hanno avuto esperienze in politica come sindaci, consiglieri comunali, assessori, dirigenti regionali, che quindi conoscono la macchina amministrativa e che, soprattutto, non vivono di politica ma vogliono essere riformatori di una nuova classe politica. Il nostro è un appello a chi genera interessi per la città a non perdere tempo a rincorrere chiacchiericci ma a sostenere chi le cose le ha fatte e le vuole ripetere per la città. Il voto utile esiste, ed è quello che va in una direzione concreta”.