L’Italia Campione del Mondo di pasticceria ha un capitano abruzzese. Lorenzo Puca, 32enne pescarese, pastrychef di Pannamore a Vasto, dopo il bronzo del 2019 è salito sul gradino più alto del podio con Andrea Restuccia e Massimo Pica, sbaragliando la concorrenza delle nazioni finalisti. In un’estate 2021 in cui i colori azzurri hanno trionfato ovunque nello sport, la vittoria dei maestri pasticceri a Lione è l’ennesimo riconoscimento al talento, la passione e il duro lavoro del nostro Paese. “In questi giorni ho il telefono che esplode ma sono contento di tutto questo affetto”, ci dice Lorenzo Puca all’inizio della nostra chiacchierata. Lui e i suoi compagni sono a Brescia, in Cast Alimenti, la scuola di formazione dove, sotto la guida di Alessandro Dalmasso e la collaborazione degli ex campioni, il team tricolore ha preparato la competizione mondiale.
Il suo percorso nel mondo della pasticceria inizia da giovanissimo, già nel percorso di studi all’istituto alberghiero. E anche se la voglia di competizione era in lui innata, la strada non è stata sempre semplice. “Sin da piccolo, quando giocavo a rugby, affrontare la competizione e voler vincere era al primo posto. Poi mi sono avvicinato al mondo delle gare in pasticceria in una modalità fuori dalle solite dinamiche. Verso i 23-24 anni, quando già da dieci anni facevo questo lavoro, avevo attacchi di panico e crisi d’ansia. Avevo smesso di lavorare ed ero intenzionato a lasciare questo lavoro e cambiare vita”. Così, in questa fase di sospensione, Puca ha iniziato a fare delle riflessioni. “Mi sono detto: faccio una gara, la prima che trovo, per capire se davvero valgo qualcosa. Nel frattempo avevo iniziato un bellissimo percorso di riequilibrio mentale con un psicologo di Pescara”. Alla gara Puca non solo ha partecipato ma ha vinto. “Conquistare la prima vittoria, mentre rimettevo in ordine la mia serenità, mi ha fatto dire: ok, allora dieci anni non li ho proprio buttati via”. Così il giovane pasticcere ha iniziato a fare una gara dopo l’altra ottenendo risultati sempre più importanti. E, sul piano lavorativo, sono arrivate esperienze significative in Emilia Romagna e a Milano.
Nel 2018 la prima selezione per far parte della squadra che avrebbe affrontato la Coppa del Mondo, nel 2019 il primo podio con la medaglia di bronzo, la conferma nella squadra per il 2021. La competizione, inizialmente prevista per gennaio, è stata rimandata a maggio e poi ancora di altri quattro mesi. Ma il 25 settembre resterà per sempre negli annali della pasticceria italiana, con il terzo titolo iridato conquistato davanti a Giappone e Francia. Lorenzo Puca ci ha messo tutta la sua esperienza e la sua maestria nella lavorazione dello zucchero. “Ho iniziato ad appassionarmi nel 2010, quando sono arrivato per la prima volta in Cast Alimenti, vedendo le squadre che si preparavano alle gare. La lavorazione dello zucchero è antichissima, molto simile alla lavorazione del vetro. Sono sempre affascinato dal come, partendo da una polvere cristallina, si arriva a realizzare l’impensabile”.
Oggi, da Campione del Mondo, Lorenzo Puca deve ancora “metabolizzare il successo raggiunto” ma, con il passare delle ore, si sente “incredibilmente leggero. Da quando sono partito, nel 2018, con la prima selezione, mi sono dedicato – oltre che al lavoro – solo a questo. Mi sento scarico di quella che era diventata un’ossessione, conquistare la vittoria. Sì, oggi sono davvero leggero”. Un sogno inseguito, con tanto lavoro, e finalmente realizzato.
Nel 2016 Lorenzo era arrivato a Vasto, nella pasticceria Pannamore di Nino Radoccia che sembra avere nel suo destino i Campioni del Mondo. Nel 2015 era toccato ad Emmanuele Forcone, in quegli anni prezioso collaboratore della pasticceria vastese, conquistare il titolo iridato. Ora è la volta di Puca. “Sembra una cosa che ha dell’incredibile. Ci pensavo già durante la competizione: possibile che Nino possa sfornare due campioni del Mondo? Ed è andata proprio così”. Nel percorso professionale del 32enna pescarese Radoccia è stato un incontro fortunato. “È una persona indescrivibile, bisogna conoscerla per apprezzarla fino in fondo. Mettere a disposizione un’azienda, del tempo, le attrezzature, le materie prime ad un ragazzo che crede in un sogno è qualcosa che va oltre un discorso da imprenditore ma si tratta di avere un cuore grande come una casa. E Nino ha un cuore grande come un palazzo”.
Il futuro è un libro ancora tutto da scrivere. “Me lo stanno chiedendo in molti, anche in questi giorni. Ma davvero non ho fatto programmi a lungo termine. Mi sono sempre posto di affrontare un progetto alla volta e, negli ultimi anni, ho dedicato tutto me stesso a questa competizione. Ora devo far passare un po’ di tempo e riordinare le idee”. A breve lo attendono “il risistemare tutta l’attrezzatura qui in Cast – e ci vorrà almeno una settimana ancora – e poi, lo dico con sincerità, voglio godermi un bel periodo di riposo. Tornerò sicuramente da Pannamore e vedremo con Nino come muoversi”. Una cosa è certa, “al rientro in laboratorio bisognerà riproporre sicuramente la torta Campione del Mondo”.