Luigi Masciulli scende in campo e sceglie La Buona Stagione, di cui è uno dei fondatori: alle elezioni comunali di Vasto sosterrà la candidata sindaca Alessandra Notaro.
Avvocato Masciulli, perché ha deciso di ricandidarsi?
“Perché ritengo essere nuovamente arrivato il momento di impegnarmi. Nel 2011 ero alla mia prima esperienza politica e, dopo due anni di consiliatura e tre di assessorato, avevo accumulato sufficiente esperienza per poter esprimere al meglio le mie potenzialità e dare il mio contributo affinché Vasto potesse vivere una nuova stagione politico-amministrativa. Però, poiché né il progetto politico né il candidato sindaco mi convincevano (ed i fatti – credo – mi abbiano dato ampiamente ragione), ho declinato l’invito a ricandidarmi. Oggi, invece, ritengo ci siano tutti i presupposti affinché le cose possano cambiare veramente e, perciò, ho deciso di rimboccarmi le maniche e di impegnarmi nuovamente – questa volta forte della mia esperienza – per quella che, ormai da venti anni, è la città in cui vivo e lavoro”.
Perché lei critica l’amministrazione Menna e il centrosinistra, di cui in passato ha fatto parte?
“Perché Vasto è in crisi, è trascurata, perché non vedo un’idea per risollevarla. Questa amministrazione per cinque anni non si è presa cura del territorio. Da molti anni stiano vivendo un declino inarrestabile e le cause sono economiche, politiche e sociali. Vasto aveva una vocazione industriale, agricola e turistico-commerciale. Era diventata un punto di riferimento non solo dell’intero comprensorio, ma di un’area che abbracciava l’Abruzzo meridionale e l’Alto Molise. E invece oggi si parla e basta. Si parla di ospedale, di Statale 16, di vecchia stazione, di centro storico: si parla e si riparla ed il tempo passa”.
Perché secondo lei La Buona Stagione rappresenta il nuovo?
“In poche parole: perché ciò che sta alla base dell’idea de La Buona Stagione, della quale sono co-fondatore, è il desiderio di riconnettere Vasto con il suo territorio, anche quello montano, e con la sua Regione. Una idea antica, che Vasto già svolgeva in passato, ma che ha perso negli anni. Una idea che è, allo stesso tempo, nuova. Parliamo di una città di 42 mila abitanti, che ha sempre avuto un ruolo di capofila, che ora non le viene più riconosciuto; una città che ha un respiro culturale e progettuale interregionale che non esercita da tanto, troppo tempo. Vasto, senza questa ambizione, da sola, non va da nessuna parte”.
Perché sostiene Alessandra Notaro?
“Perché è una professionista seria ed affermata, che sa essere concreta, che sa andare – senza inutili fronzoli – al cuore del problema e ne sa efficacemente individuare le soluzioni. Di lei ho, inoltre, apprezzato il coraggio. I progetti di riforma, vecchi e nuovi della giustizia, prevedono un ruolo sempre più importante per la magistratura onoraria: eppure, nonostante tale consapevolezza, Alessandra Notaro è stata capace di dimettersi da giudice di pace per affrontare, in prima persona, la sfida che le abbiamo proposto, cioè quella di ridare a Vasto il ruolo che merita”.
Quali proposte programmatiche si propone di realizzare?
“Come dicevo, ridare ruolo e dignità a Vasto. Condivido la visione di Alessandra Notaro ed immagino uno sviluppo armonico della nostra città che, urbanisticamente, preveda un futuro maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale, energetico e sociale. Immagino un Prg con una nuova interpretazione dell’uso e del consumo del territorio. Un acronimo, Prg, che noi intendiamo come Piano di Ri-Urbanizzazione Generativa. Si deve avere maggiore cura del nostro suolo, ricominciando da una convinta rigenerazione del costruito e, solo successivamente, considerare lo sfruttamento di nuovo suolo. ‘Costruire nel costruito’ intervenendo su spazi pubblici, vuoti urbani e ‘volumi’ in disuso da riqualificare, rilanciare e restituire alla cittadinanza.
Ci piace disegnare rigenerazioni che puntino alla città dei pochi minuti che garantisce ad ogni abitante la possibilità di raggiungere facilmente, con un trasporto integrato/biciplan, i quartieri ‘luoghi di condensazione sociale’, un punto identitario – riconoscibile anche per la sua immagine – al quale si rapportino le più semplici funzioni quotidiane. Ci interessa, prima di una crescita quantitativa, una crescita qualitativa che ottimizzi l’esistente. Solo due esempi. Inutile dire che il centro storico non può votarsi alla mummificazione e deve essere assolutamente rivitalizzato. Così come è ormai non più rinviabile un collegamento pedonale Vasto-Vasto Marina: idea alla quale, da qualche mese, stiamo lavorando, con ottime prospettive di fattibilità e, quindi, di successo”.