La passione per la scultura è nata sui banchi di scuola, incontrando al Liceo Artistico di Vasto il professor Giuseppe Colangelo, scultore e appassionato decente. Da quel momento Giorgia Tiberio, vastese 21enne tra pochi giorni, ha intrapreso un percorso nel mondo dell’arte che, nonostante la giovane età, le ha regalato già importanti soddisfazioni. La scultrice che frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli è stata tra i partecipanti alle 10 Giornate in Pietra a Lettomanoppello, lavorando al fianco di artisti affermati realizzando un’opera in pietra della Maiella.
“Questa mia passione è nata quando frequentavo il quarto anno del liceo. L’incontro con il professor Giuseppe Colangelo è stato importante per farmi avvicinare a questa forma di espressione artistica, lui che mi ha aiutato a continuare e spronato a non mollare”.
Per la giovane vastese “la scultura, rispetto alle altre discipline, è quella che mi permette di esprimere me stessa“. Il materiale preferito è la pietra della Maiella. “Ho provato diversi materiali ma è con la pietra che riesco a esprimermi meglio. È sempre grazie al professor Colangelo che ho potuto conoscerla e approfondirla. È speciale perchè può darti tante emozioni diverse. Molte volte mi lascio guidare dalla forma della pietra che ho davanti ed è da lì che cerco di far uscire qualcosa, utilizzando anche diverse tecniche di lavorazione”.
Giorgia Tiberio ha una predilezione per il mondo dell’astratto. “La parte figurativa è molto lontana, non so se la raggiungerò mai ma, ad essere sincera, oggi non ne sono neanche attratta. Amo l’astratto perchè in un’opera è possibile leggervi dentro tante cose. Non solo il significato che gli ho dato io ma anche quello che può provare ognuna delle persona che lo guarda può”. Tra i suoi elementi preferiti ci sono i nodi. “Un nodo lo si può vedere come una forza costruttiva o forza distruttiva. E quindi l’opera prende forma in base allo stato d’animo che ho mentre lavoro ma poi, chi guarda, ne trae significato in base al suo stato d’animo”.
A Lettomanoppello, che per lei ha rappresentato il primo simposio, ha realizzato proprio un nodo. “Ho seguito il tema assegnato, La Maiella Bianca, quella degli scalpellini, e La Maiella Nera, degli antichi minatori. Con il mio nodo ho voluto esprimere l’unione tra questi due mondi che, anche s possono sembrare diversi e distanti, hanno uno stretto legame”.
L’esperienza delle Giornate in pietra è stata “molto interessante e formativa. Ho potuto incontrare artisti affermati, confrontarmi con loro, prendere un po’ delle loro tecniche e farle mie. Ho avuto occasione anche di lavorare con i bambini. È una cosa che ho apprezzato molto perchè vorrei diventare anche insegnante e sto studiando anche per questo. Spero di poter insegnare per poter restituire ad altri ciò che io ho ricevuto“.
Il presente di Giorgia è fatto di corsi all’Accademia di Belle Arti di Napoli e tanto lavoro nel suo studio. “A movermi è una grande passione. Da quando ho scoperto questo mondo non l’ho più lasciato. Durante le fasi critiche della pandemia ho avuto la fortuna di avere uno spazio mio e credo che l’arte, a cui ho dedicato molto tempo, sia stata anche d’aiuto”.
In questi giorni sta lavorando ad una scultura, un cuore anatomico “intrepretato a livello astratto” che faccia emergere gli stati d’animo del momento. “Per il futuro vorrei continuare a studiare per avvicinarmi all’insegnamento e proseguire nel mio percorso da scultrice, magari aprendo un mio laboratorio. Il sogno è poter continuare su questa strada e fare dell’arte il mio vivere quotidiano e il mio lavoro”.