Il Comitato Civico Ambientalista di San Salvo chiede di non procedere all’abbattimento dei 26 pini della villa comunale e condividere con la comunità il progetto di riqualificazione ed eventuali soluzioni alternative per salvare le piante storiche.
La vicenda è quella degli interventi in programma alla villa comunale sansalvese che da calendario dovrebbero partire l’8 settembre con il taglio degli alberi. Il sindaco Tiziana Magnacca, la scorsa settimana, dopo le polemiche seguite alla notizia della drastica soluzione per risolvere i problemi causati dalle radici dei pini, ha spiegato che si è trattata di una decisione sofferta, ma necessaria.
A far discutere sono anche le alternative previste al posto dei pini (prato inglese con magnolie e altri alberi) e la mancanza di condivisione del progetto con la cittadinanza. In un articolato intervento il Il Comitato Civico Ambientalista chiede, inoltre, di adottare il Regolamento del verde urbano che “giace in un cassetto”: “Gli obiettivi che si prefigge il progetto devono essere inseriti in un piano organico che abbia uno sguardo complessivo sul verde pubblico del nostro Comune: centro urbano e rione marina, che non può prescindere dalla estensione e adozione di un Regolamento del verde urbano per una corretta applicazione anche a San Salvo della Legge N. 10 del 14/01/2013 Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani. Questa legge all’articolo 7 prevede la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate che rivestono un particolare pregio anche storico e culturale, caratteristiche queste ultime che possono essere sicuramente attribuite ai pini della Villa Comunale di San Salvo.
La Convenzione Europea del Paesaggio propone una definizione di paesaggio per estensione della quale si può affermare che i luoghi caratteristici nei quali una comunità vive vengono percepiti come un’espressione unica e irripetibile dei fattori umani e naturali che hanno contribuito a costruirli. La percezione di tali luoghi è oggettiva, ma nello stesso tempo soggettiva: infatti ciascun cittadino ha una propria percezione legata a fattori culturali, a ricordi, emozioni, sensazioni.
Anche la collettività ha la propria percezione che la fa identificare spesso con quei luoghi tanto da diventare essi degli elementi identitari di quella comunità come è l’attuale immagine della villa comunale. Per le suddette considerazioni e nel rispetto del patrimonio identitario legato a questo luogo e alla sua immagine attuale, sarebbe opportuno, prima dell’avvio del progetto proposto che modifica in maniera radicale il bene comune, coinvolgere la stessa comunità e raccoglierne esigenze e aspirazioni rispetto alla sua villa comunale.
Tale passaggio è stato completamente disatteso, anzi il progetto non è stato nemmeno posto all’attenzione del consiglio comunale, ambito nel quale tutte le componenti politiche hanno diritto a esprimersi. Arrivare a una proposta progettuale condivisa e accettata da tutta o quasi la comunità cittadina è la strada da seguire per dare alla comunità un luogo di incontro, di intrattenimento e di svago che sente suo e con il quale torna a identificarsi.
Il progetto, già dal titolo, parla dei pini della villa comunale come degli elementi di pericolo. In merito a questa pericolosità, oggi esistono metodi diagnostici, sia analitici che strumentali, che possono oggettivamente dire se un albero costituisce pericolo a causa della sua stabilità e, nel caso fosse una fonte di pericolo, prima di procedere alla sua eliminazione, occorre fare ogni sforzo tecnico per salvarlo coniugando naturalmente gli aspetti estetici e di fruibilità della zona interessata con quelli economici.
Non si può decidere solo con l’osservazione, seppur attenta e supportata dall’esperienza, se una pianta di alto fusto di oltre quarant’anni possa essere a rischio di caduta o meno. Non ci risulta che sia stata incaricata una ditta specializzata o che siano state eseguite tali indagini. Per la verifica della stabilità, per esempio, sono molto efficaci i metodi induttivi attivi (trazione controllata) o passivi (sensori di movimento).
In merito al problema del dissesto delle betonelle del pavimento non si è assolutamente preso in considerazione l’innalzamento del piano di campagna (di calpestio), ricoprendo le radici corda (quelle superficiali che sviluppano i noduli responsabili del dissesto) con miscele di sabbia e ghiaia più o meno stabilizzate.
Sicuramente le problematiche evidenziate nella relazione tecnico-agronomica sono vere; la soluzione proposta però (sostituzione dei pini con altre essenze) non è stata posta a confronto con altre, che invece prevedono la conservazione delle piante di pino esistenti o almeno di quelle che non comportano nessun rischio e per le quali possono essere adottate opportune strategie di controllo delle radici.
Infine, una considerazione sulle essenze che dovrebbero sostituire l’attuale alberata di pini. A pagina 17 della relazione tecnico-agronomica, si parla di messa a dimora di essenze che rappresentano e valorizzano l’area di progetto privilegiando quelle locali. Ora, definire locali essenze quali: la magnolia, la paulownia e l’ippocastano sembra francamente eccessivo. Tali specie pongono, invece, problemi riguardo i loro fabbisogni idrici che, unitamente all’altro elemento proposto, il prato inglese, e alle mutate condizione meteo-climatiche, hanno un’incidenza sicuramente negativa sui consumi idrici.
Alla luce di tutto ciò si chiede di fermare l’abbattimento previsto delle piante e cominciare un percorso nuovo, che parta, come già detto, dall’adozione di un regolamento comunale per il verde pubblico e si concluda con una pianificazione organica di tutte le aree verdi di San Salvo, senza trascurare il quartiere della Marina.
Ricordiamo al sindaco e alla giunta del Comune di San Salvo che il Regolamento del Verde Pubblico giace dimenticato in un cassetto del Comune da almeno 8 mesi, mentre determina e delibera di giunta circa i lavori nella villa comunale datate 4 giugno recano una relazione tecnica datata 31 maggio 2021. Non ci spieghiamo come mai in soli quattro giorni si sia deciso in solitaria lo stravolgimento così radicale ed estremo di uno dei nostri luoghi del cuore più cari, unico polmone verde del centro cittadino”.