“Luciano Tosone ha segnato con il suo ingegno, la sua fantasia, la sua arte e la sua professionalità un lungo periodo della sua Vasto“. È il pensiero del giornalista Valeriano Moretti a fare sintesi dei messaggi condivisi nella serata dedicata a Luciano Tosone, “progettista, intellettuale e artista”, nel centenario della sua nascita (è nato nel 1921, morto nel 2004). La Società Vastese di Storia Patria, presieduta da Gabriella Izzi Benedetti, ha voluto dedicare un incontro per riportare al centro dell’attenzione una figura preziosa, nell’ultimo secolo, per la vita e la cultura della città. Il meteo inclemente ha imposto lo svolgimento della serata nella Pinacoteca di palazzo D’Avalos che, con la sua capienza ridotta, non ha permesso a tutti coloro che avrebbero voluto di partecipare all’appuntamento per ricordare “l’ingegnere”. Ed è per questo che l’auspicio è che la serata possa essere riproposta per ricordare ciò che Tosone è stato e ha fatto e per farne conoscere l’importanza alle nuove generazioni.
Dopo i saluti del sindaco Francesco Menna e dell’assessore alla cultura Giuseppe Forte, Izzi Benedetti ha ricordato i tratti salienti della biografia di Tosone. “Era un perfezionista, nel lavoro non si concedeva la minima disattenzione”. Sia nella sua componente artistica che in quella progettuale “Vasto è una presenza costante”. Al nipote Luigi Scarano Tosone il compito di tracciare un percorso attraverso le opere progettate dal nonno. “Ha interpretato diversi temi, dalle scuole alle residenze, con grande padronanza tecnica“. L’archivio di Luciano Tosone è uno scrigno in cui si può leggere la storia dello sviluppo della Vasto del dopoguerra. Oggi ne restano le presenze tangibili, negli edifici che potrebbero essere collegati in una sorta di percorso tosoniano. Vi troviamo, tra gli altri, gli edifici dell’Istituto Figlie della Croce, le scuole medie Rossetti e Paolucci, l’istituto Commerciale, i due grattecieli, le case di viale Dalmazia, le abitazioni di edilizia popolare in via Ciccarone. “Nella sua progettazione – spiega Luigi Scarano – c’è sempre un equilibrio tra oggetto e ambiente in cui si trova”.
Nella serata ci sono state le letture di pensieri, lettere e recensioni di Tosone, affidati alle voci di Raffaella Zaccagna, Simona Cieri e Davide Giacon. L’architetto Michele D’Annunzio e il giornalista Valeriano Moretti hanno condiviso poi ricordi di vita intrecciata con quella di Tosone. “Aveva una grande inventiva ed estrosità, ben salde nella sua professionalità, che non riuscivano ad essere contenute nelle regole urbanistiche”, ha ricordato l’ex dirigente comunale. “Un uomo di grande cultura, con competenze nel mondo tecnologico e dell’arte”, lo ricorda D’Annunzio che spiega come “in tutte le opere di Tosone troviamo applicazione dei fondamentali principi Vitruviani”.
Si fondono tra professione e ambiente familiare i ricordi di Valeriano Moretti. “Ho frequentato a lungo la sua casa per amicizia con i figli. A Pozzitello si creava una sorta di cenacolo in cui noi giovani aspettavamo sempre Luciano perchè con lui si parlava davvero di tutto. Aveva il coraggio delle proprie idee, era un fanatico della bellezza in senso generale. Il suo era uno spirito giovanile che trascinava tutti noi”. La sua vita oggi è cristallizzata nelle sue opere artistiche – alcune delle quali erano presenti in Pinacoteca – e negli edifici da lui progettati. “Ci mancano la sua piacevole compagnia – conclude Moretti – la sua allegria e la sua passione per le cose belle”. E in chiusura c’è la testimonianza di Tito Spinelli, che di Tosone è stato allievo, a dare un’altra chiave di lettura ad una vita, quella di Tosone, tanto preziosa e ricca di significato.