Osservare Frida Bollani Magoni nel soundcheck prima di un concerto apre una finestra molto reale sul mondo della quasi 17enne – compirà gli anni a settembre – artista toscana. L’allegria e la spensieratezza della sua giovane età sono bilanciate dal piglio serio della professionista che non lascia il palco se ogni cosa non è stata provata nel modo giusto. Ne viene fuori l’essenza di una ragazza che ha assorbito sin da piccola l’amore per l’arte e la musica da papà Stefano Bollani e mamma Petra Magoni – con cui scambia divertenti battute durante l’intervista – ma che sta seguendo con grande libertà la sua strada. Tanti appassionati ne conoscono il talento ormai da qualche anno, anche grazie alle incursioni negli spettacoli dei suoi genitori. Molti altri hanno scoperto Frida dopo l’esibizione al Quirinale dello scorso 2 giugno o con i concerti di questo suo primo tour che ha fatto tappa a Vasto come data di chiusura di Musiche in Cortile. Ed è prima del concerto, che si è poi concluso con quattro bis e il pubblico in piedi ad applaudire, che la incontriamo per scoprire qualcosa in più del suo mondo.
Hai iniziato ad esibirti dal vivo sin da piccola ma questo è il tuo primo tour. Come lo stai vivendo?
In maniera molto normale, ormai è diventata una routine. Alla prima data c’era un po’ di ansia, poi è andato tutto molto bene. È davvero una bella estate, a volte quando lavoro mi sembra di essere in vacanza, non mi pesa per niente l’impegno del tour.
Suoni il piano, strumento classico per eccellenza, e usi strumenti tecnologici come vocoder o loop station. Come coesistono queste diverse anime musicali?
Il vocoder e la loopstation, per adesso li uso, in aggiunta alla mia voce più che al piano. L’idea di base è imitare altri strumenti con la voce, creare degli effetti sonori. È come se fossi una one-woman-band. Ad esempio, in Amazing Grace il suono che tutti percepiscono è quello della cornamusa ma sono io con la mia voce. Mi affascina giocare con la mia voce e modificarla.
Ami più la parte della cantante o quella della musicista?
Entrambe. Mi piace molto sfruttarle insieme, accompagnandomi da sola. In questo modo non devi necessariamente dipendere da qualcuno che ti accompagni e puoi fare concerti da sola, è qualcosa che ti permette di avere una certa libertà.
Sei però molto impegnata anche in collaborazioni con altri artisti, non solo musicisti. Ti vedremo in progetti con altri musicisti?
Assolutamente sì. Così come mi piace la libertà di esibirmi da sola, allo stesso modo amo suonare con gli altri. Sono due cose belle per motivi diversi. La musica è condivisione, è bello ritrovarsi, imparare ad ascoltarsi con gli altri. Questa è una cosa che ho imparato da mia madre e mio padre, le prime persone con cui ho suonato e che mi hanno trasmesso questi valori.
Stai affrontando questo tour, che è il tuo lavoro, riuscendo a divertirti molto.
È questo lo spirito con cui affrontare le cose. Suonare e giocare, in tante lingue, si dicono con la stessa parola. Ed è davvero così, sarebbe bello fosse così anche in italiano. Perché suonare è davvero come giocare, regala tanto divertimento.
Come prepari la scaletta dei tuoi concerti, che scelte fai?
Subisce variazioni da data a data. L’idea di base è suonare i brani che mi ispirano, e questo, chiaramente, può cambiare tra una sera e l’altra perchè cambia la mia ispirazione. Nel corso del tour ci sono state delle aggiunte. Sono tutte cover, molte in inglese, e c’è un mio inedito che però non è ancora stato pubblicato. Si intitola I’ll miss you (Mi manchi), io ho scritto la musica, la mia amica Benedetta Marinelli il testo. Il brano è nato due anni fa, per ora lo porto in giro dal vivo ma stiamo lavorando alla pubblicazione.
Ti sei posta delle tappe, degli obiettivi da raggiungere nei prossimi mesi o nei prossimi anni?
Per ora prendo un po’ le cose per come vengono. Ho voglia di suonare, “voglio suonà” – come si dice in Toscana – in Italia, nel mondo. In questi mesi mi sono riscoperta anche come host, sto facendo un podcast che mi piace molto. Chissà che non porterò avanti la cosa, o che magari mi dedicherò ad organizzare eventi online. A me piace esplorare in tutti i campi dell’arte e quello che viene prendiamo, non mi precludo nulla. Finché si tratta di restare nel campo artistico qualsiasi cosa la farò. Di sicuro, e questo non cambierà mai, ho voglia di suonare in giro per il mondo.