Non cali l’oblio su Francesco Romani e su un pezzo di storia di Vasto. Attorno a questa richiesta nasce il fronte del no al cambio di nome del belvedere dedicato all’insegnante, medico e studioso dell’omeopatia.
La battaglia è dello storico Luigi Murolo e di tre associazioni: Porta Nuova, Pro loco Città del Vasto e Italia Nostra. Scriveranno al prefetto di Chieti, Armando Forgione, e sono pronti anche ad avviare una raccolta di firme per chiedere alla Giunta Menna che la balconata del Monumento all’Emigrante rimanga Belvedere Romani. Dal 7 agosto, infatti, ha cambiato denominazione: ora è intitolata a Silvio Petroro, l’emigrante in Australia che, una volta rientrato a Vasto dopo tanti sacrifici, diventò imprenditore di successo, fu l’anima del gemellaggio tra Vasto e Perth e il fondatore dell’associazione Pro emigranti abruzzesi nel mondo.
Nella conferenza stampa convocata per sollevare la questione, Murolo e presidenti di Porta Nuova e Pro loco, Michele Celenza e Mercurio Saraceni, non contestano la scelta del Comune, ma vogliono far rimanere entrambi i nomi nella toponomastica cittadina: “Si poteva – afferma Murolo – denominare l’area del Monumento all’Emigrante a Silvio Petroro e far rimanere il Belvedere intitolato a Francesco Romani. È nella potestà dell’amministrazione comunale cambiare la denominazione, ma bisogna capire cosa si cambia. Belvedere Romani è una località storica”. Il professore esprime dubbi sulla legittimità dell’atto, perché “il problema è troviamo che scritto ‘area residenziale comunemente denominata Belvedere Romani”. Invece, “non è comunemente denominata, ma ufficialmente denominata” da oltre un secolo: “Quando è stata cambiata la denominazione, erano 166 anni” che era dedicata a Francesco Romani. Murolo ricorda che la città stessa cambiò nome durante il fascismo: “C’erano delle motivazioni quando, nel ’38, Vasto divenne Istonio e, nel ’44, quando Istonio tornò a chiamarsi Vasto”. Sprona il Comune a chiarire “cosa vuole fare. Rifaccia la delibera di Giunta e la mandi di nuovo al prefetto”.
Celenza invita l’amministrazione a non intervenire a cuor leggero su aspetti che riguardano la cultura della città: “La toponomastica – ammonisce – rappresenta la memoria storica di Vasto. Se la cambiamo, andiamo a incidere sulla memoria storica. L’assessore alla Toponomastica, Luigi Marcello, che c’è a fare, se non pensa a queste cose? Poniamo una questione morale, amministrativa e di chiarezza”.
Per chiedere alla Giunta di fare una parziale marcia indietro, i promotori dell’iniziativa hanno in mente due azioni: “Invieremo – annuncia Saraceni – la documentazione al prefetto, alla Deputazione abruzzese di storia patria e al sindaco, Francesco Menna, affinché ne prendano atto. Altrimenti siamo disposti ad avviare una petizione popolare con cui chiederemo al sindaco che l’intitolazione a Petroro, su cui noi non discutiamo, non elimini Francesco Romani dalla memoria storica. In caso contrario, solleciteremo l’amministrazione a tornare alla denominazione Belvedere Romani e a intitolare un altro luogo a Silvio Petroro”.
“Perché – dice Celenza – il Comune, prima di fare queste cose, non si rivolge a un esperto?”.