La polizia ipotizza che in una casa del centro di Vasto, nel giro di due mesi, siano state spacciate più di duemila dosi di droga, per un valore di oltre diecimila euro al mese.
A queste conclusioni sono giunte le indagini condotte dagli agenti del Commissariato di via Bachelet, che ritengono di aver smantellato “una vera e propria centrale dello spaccio di sostanze stupefacenti in pieno centro storico” di Vasto, “gestita dagli appartenenti al nucleo familiare residenti in quell’abitazione”, spiega in un comunicato il vice questore aggiunto Fabio Capaldo. “Questi, in caso di bisogno, per la cessione delle dosi ai clienti tossicodipendenti e non, ricorrevano anche all’aiuto dei figli minorenni”.
Un ventenne vastese è stato “tratto in arresto in esecuzione della misura cautelare personale della custodia in carcere”. Gli inquirenti gli contestano “svariate distinte cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed eroina; l’uomo, con precedenti di polizia per il medesimo reato, è stato indagato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”.
L’inchiesta – Le indagini iniziano a marzo. Durante i controlli rafforzati disposti dal questore di Chieti, Annino Gargano, i poliziotti notano “uno strano via vai di giovani nei pressi di un’abitazione del centro storico”, spiega Capaldo. Gli agenti fermano un ragazzo e, vedendo che dà segni di nervosismo, lo perquisiscono trovando una dose di cocaina. Da questa perquisizione nasce “una mirata attività di indagine” su ciò che avviene nella casa. Pochi giorni dopo, una giovane viene pedinata, fermata e perquisita. Anche lei ha una dose di cocaina. Il procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio, assume la direzione dell’inchiesta “dando massimo impulso all’attività investigativa” e fornendo ai poliziotti “ogni strumento utile, compreso l’ausilio dei presidi tecnologici”, che consentono agli investigatori di scoprire “una vera e propria centrale dello spaccio di sostanze stupefacenti in pieno centro storico”.
“L’indagine – racconta il dirigente del Commissariato – ha permesso di ipotizzare che gli indagati, nell’arco di due mesi di osservazione, hanno effettuato circa 2100 cessioni di stupefacente. Considerato che l’importo medio della dose è pari a dieci euro, il nucleo familiare, al lordo, ha incassato circa 10mila 500 euro al mese“. Nell’ambito della stessa famiglia, “sono stati indagati anche la madre e la zia del ventenne arrestato, mentre la posizione dei fratelli minorenni di quest’ultimo sarà sottoposta all’opportuna valutazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di L’Aquila. “Variegata la clientela, proveniente anche dai centri limitrofi”. Gli acquirenti sono stati segnalati alla Prefettura di Chieti.