Taglio del nastro per la sede elettorale di Guido Giangiacomo, candidato sindaco del centrodestra a Vasto. I locali di piazza Rossetti, che in realtà sono operativi già da diversi giorni per conferenze stampa e presentazione di liste, sono stati ufficialmente aperti al pubblico come cuore pulsante per la campagna elettorale in vista delle elezioni del 3 e 4 ottobre. Al fianco di Giangiacomo c’erano i segretari, locali e regionali, dei partiti e movimenti civici che lo sostengono in questo percorso e il presidente della Regione Marco Marsilio.
“Noi siamo stati sempre dalla stessa parte“, ha esordito Etelwardo Sigismondi, coordinatore regionale di FdI, puntando su uno dei fattori che ha portato alla scelta di Giangiacomo, il suo essere stato sempre nel centrodestra. “Auguro ai tanti amici che vedo oggi di ritrovarci qui dopo che avremo mandato a casa Menna”. Per Luigi D’Eramo, segretario regionale della Lega, “dobbiamo impiegare i prossimi 40 giorni per parlare della nostra visione di città, delle prospettive, degli obiettivi da cogliere”. Anche nelle sue parole c’è una presa di posizione: “Nessuno commetta l’errore di confondere il centrodestra con altre coalizioni“. E anche Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia, partito di Giangiacomo, ha ricordato che “i partiti del centrodestra si sono stretti intorno a te perchè sei garanzia di unità. Hai la giusta conoscenza della macchina amministrativa e delle leggi, necessarie per poter fare il sindaco”.
La scelta della sede elettorale in uno degli ex palazzi scolastici di piazza Rossetti ha avuto per Giangiacomo una componente affettiva e scaramantica. “Quando ero assessore ai lavori pubblici avevo il mio ufficio in questi palazzi, ristrutturati in quegli anni. E proprio da qui, nel 2006, uscì il primo sindaco di centrosinistra (Luciano Lapenna, nda) per andare in corteo in Municipio dopo la vittoria delle elezioni. Ecco, noi ci auguriamo di fare questo percorso inverso tornando a Palazzo di Città“.
Per l’attuale consigliere di Forza Italia “questo è un momento atteso da 25 anni. La nostra coalizione è nata da un nucleo di 3 partiti fondanti e si è allargata strada facendo sulla base di condivisione di valori”. Cita Enrico Di Giuseppantonio, Udc, “che ha sposato subito il progetto”, e poi i movimenti civici che correranno con il centrodestra. “Nel 1993 ero magistrato onorario, ho fatto la mia scelta lasciando quel ruolo per iniziare un percorso politico e, da quel giorno, ho abbracciato quegli ideali che hanno condotto la mia carriere politica”. L’obiettivo è quello “non sono di vincere le elezioni ma di costruire il centrodestra del futuro”. Questo anche recuperando chi, dal centrodestra, ha fatto scelte diverse. “Le nostre porte saranno sempre aperte a tutti”, dice Giangiacomo, invitando poi tutti “a dire quali scelte faranno in caso di ballottaggio. Gli elettori devono sapere dove andranno poi a finire i loro voti”.
Il programma si fonderà “sullo smantellare pezzo per pezzo tutto quello che Menna ha fatto rendendo questa città invivibile”, iniziando “a lavorare dal 5 ottobre perchè noi vinceremo al primo turno. Non solo per meriti nostri ma anche per demeriti del sindaco uscente”. Nel rivolgersi agli esponenti politici presenti in sede, in particolare al presidente Marsilio, Giangiacomo dice che “il rapporto con le altre istituzioni non sarà una filiera ma una famiglia. È così che io la considero. E sono certo che non ci sarà bisogno di tirare per la giacchetta il presidente Marsilio perchè dia attenzione a questo territorio ma sarà lui a venirci incontro”.
Il presidente della Regione, nel chiudere gli interventi, ha espresso il suo “grazie a Guido per aver accettato questa sfida. Credo che l’anima profonda di Vasto sia molto vicina ai valori del centrodestra”. Anche per Marsilio si punta “a vincere al primo turno e chiudere la partita. Non vedo l’ora di avere un sindaco con cui poter remare nella stessa direzione in uno spirito di sincera collaborazione”. E ricorda che “l’avversario è il sindaco uscente. Ma non come persona, non si demonizza nessuno e non è nostro costume farlo. Ma lui rappresenta una classe politica che ha portato all’immobilismo della città”.