In Abruzzo la dispersione idrica è superiore alla media nazionale. Dalle tubature dei Comuni abruzzesi fuoriescono Dall’analisi di Confartigianato, relativa a dati del 2018, gli ultimi disponibili, dalle tubature abruzzesi fuoriesce, a causa delle perdite, il 55,6 per cento dell’acqua, a fronte di una media nazionale del 42 per cento. Il parametro, tra l’altro, è peggiorato nel corso del tempo: nel 2015 era al 47,9 per cento e nel 2012 al 42,3. Abruzzo maglia nera, con tre province nei primi dieci posti della non invidiabile classifica delle condotte colabrodo: Chieti, L’Aquila e Pescara si piazzano rispettivamente al terzo, quarto e decimo posto.
A Vasto, dove da decenni la popolazione soffre disagi che, in alcuni quartieri, costringono a razionare l’acqua per tutto l’arco dell’anno, il coordinatore di Vasto in Azione, Gaetano Fuiano, chiede “cosa si sia fatto in questi cinque anni”. “L’indagine del centro studi di Confartigianato Chieti L’Aquila, che ha analizzato i dati Istat – commenta – fa emergere una delle problematiche più grandi che ci troviamo ad affrontare. Il valore peggiore è quello registrato dalla provincia di Chieti: con il 65,6% di perdite idriche in rapporto al volumedi acqua immesso in rete, è al terzo posto tra le province italiane. Alla cronica mancanza di acqua dovuta a fattori climatici ed ambientali si aggiunge l’incuria e la colpevole assenza di interventi risolutivi da parte di chi dovrebbe intervenire per il rifacimento e la modernizzazione del sistema acquedottistico. La mancanza di interventi si traduce in un grave disagio per le famiglie e in difficoltà per il tessuto economico, produttivo e in particolare per il sistema agricolo. Il coordinamento cittadino di Azione chiede cosa si sia fatto in cinque anni per risolvere il problema. I cittadini che pagano le tasse hanno diritto a servizi di qualità, efficienti e funzionanti. La risposta non può e non deve essere ‘mettete le autoclavi'”.
[mic_sx]