Ammonta a 2 milioni e 680mila euro il finanziamento ottenuto dal Comune di Lanciano per la costruzione di due nuovi asili nido. I due progetti, presentati nell’ambito dell’avviso pubblico emanato dai ministeri dell’Istruzione e dell’Interno e scaduto il 21 maggio scorso, riguardano la costruzione ex novo dei nidi comunali “Il Sorriso”, in contrada Marcianese, e “La Campanella”, in viale Marconi, quest’ultimo dichiarato inagibile nel 2015 e da allora rimasto chiuso.
Nello specifico, per il nido “Il Sorriso” è stato chiesto e ottenuto un contributo di 1 milione e 400mila euro, per “La Campanella” di 1milione e 280mila euro. Per entrambi gli edifici, si legge in una nota del Comune “sono previste la demolizione e la ricostruzione ex novo, su un solo piano e nel rispetto dell’efficientamento energetico e dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Nella richiesta di finanziamento rientrano anche gli arredi per l’interno, di ultima generazione, e quelli per le aree esterne dove saranno realizzati dei parco giochi”.
“Lanciano è l’unico Comune abruzzese ad aver presentato due progetti risultati entrambi finanziati”, sottolinea il vicesindaco e assessore a Pubblica istruzione e Lavori pubblici, Giacinto Verna. Un risultato, dichiara, “frutto della volontà politica e di una seria e attenta programmazione, oltre che della capacità degli uffici che nel giro di pochissimi mesi sono riusciti a preparare tutta la documentazione necessaria”. Responsabile unico del procedimento è l’ingegnere dell’ufficio tecnico Fausto Boccabella. Gli studi di vulnerabilità e i progetti definitivi sono stati redatti da due ingegneri lancianesi: Alessandro Masciangelo per “La Campanella” e Roberto Nasuti per “Il Sorriso”.
“Con questi due importanti interventi – afferma Verna – daremo, innanzitutto, maggiore sicurezza alle due strutture, che saranno ricostruite in base alle ultime normative in campo ambientale, dell’antincendio e dell’efficientamento energetico. Oltre a rigenerare il nido di un quartiere periferico della città, come Marcianese, centriamo un altro obiettivo: riattivare la terza struttura dell’infanzia per bambini da 3 a 36 mesi. Un nido pubblico in più soddisfa le esigenze di un numero maggiore di famiglie e dà una possibilità ulteriore alle donne che, dopo la maternità, vogliono rientrare nel mondo del lavoro».