Dopo lo stop all’emendamento salva tribunali, le forze politiche ci riprovano con un disegno di legge che ripropone lo stesso testo stralciato dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il primo firmatario è il senatore forzistaGiacomo Caliendo, tra gli altri ci sono il presidente nazionale del Partito socialista italiano, Riccardo Nencini, e il senatore vastese del Movimento 5 Stelle, Gianluca Castaldi, che era primo firmatario dell’emendamento votato all’unanimità nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali di Palazzo Madama.
Ora arriva la richiesta di votare la legge direttamente in commissione, senza passare per l’Aula del Senato, in modo da accorciare i tempi.
“Esprimiamo apprezzamento e sostegno alla proposta di un disegno di legge a prima firma del senatore Giacomo Caliendo e poi di Riccardo Nencini, senatore del Partito socialista, ed altri per il rinvio di due anni della soppressione dei quattro tribunali abruzzesi” di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona, si legge in una nota di Gabriele Barisano e Gabriella D’Angelo, componenti della direzione regionale del Psi. “Onde evitare facili strumentalizzazioni, nel testo è già individuata la copertura finanziaria del provvedimento. Alla presidente Casellati è stato chiesto di assegnare il Ddl alla Commissione Giustizia in sede deliberante così da abbreviare tempi e procedure evitando il voto dell’aula perché non necessario. Attendiamo fiduciosi il provvedimento di proroga continueremo a lottare affinché Vasto non perda il tribunale, presidio di legalità nel territorio”.
Nei giorni scorsi, i consiglieri regionali leghisti Sabrina Bocchino e Simone Angelosante hanno annunciato che in commissione Giustizia è approdato anche un altro disegno di legge, quello sulla “nuova riorganizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, che mantiene in vita i tribunali minori delle province dell’Aquila e di Chieti, con la ripartizione delle spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture a carico del bilancio della Regione richiedente, mentre le spese per le retribuzioni dei magistrati, del personale amministrativo e di polizia giudiziaria restano a carico dello Stato”.