Ampliare il periodo di caccia al cinghiale e consentire l’abbattimento dei capi in sovrannumero anche nelle aree protette. Su queste richieste si basa la manifestazione, la terza in meno di un mese, che porterà domani all’Aquila, davanti a Palazzo dell’Emiciclo, agricoltori provenienti da tutto l’Abruzzo.
L’iniziativa è dell’associazione Cultura rurale di domani ed è sostenuta da Terra viva Abruzzo Molise-associazione di liberi produttori agricoli, che chiede “priorità e sostegno da dare al comparto del settore primario dell’agricoltura vessata, oltre che dalla scarsa remunerazione del prodotto, dalla sempre più invasiva presenza degli ungulati con particolare predominio dei cinghiali arrivati ad un numero elevato ed in continua crescita esponenziale”, afferma il presidente di Terra viva, Raffaele De Simone. “Partiamo dall’assunto che l’agricoltura è una pratica produttiva che dà reddito e lavoro, la caccia una passione e la difesa dell’ambiente un dovere di tutti. Siamo d’accordo che la caccia vada estesa in un periodo più lungo dell’attuale, anche esercitando controlli più efficaci per la necessaria limitazione di quella di frodo mai sopita, così come riteniamo che debbano essere messe in atto altre iniziative meno cruente per contenere il numero di cinghiali presenti sul territorio ma deve evidenziarsi una chiara volontà politica delle istituzioni che devono consentire alcune forme di prelievo nelle aree attualmente inibite come le riserve naturali gestite dalla Regione Abruzzo”.
“Una corretta e coordinata politica tra istituzioni e portatori d’interesse – conclude De Simone – potrebbe far diventare il problema un opportunità di sviluppo, occupazione e reddito con la creazione di apposite filiere produttive e di trasformazione”.
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