L’Abruzzo a fuoco, è lunghissimo l’elenco delle località colpite dagli incendi di ieri (alcuni dei quali ancora in corso come a Ortona): a Pescara è andata in fiamme la Pineta Dannunziana (riserva naturale regionale orgoglio della città, con danni gravissimi anche sulle colline retrostanti la pineta e sulla spiaggia), nel Chietino è andata in fumo la Riserva Naturale di Punta dell’Acquabella a Ortona, è stata cancellata dalle fiamme la pineta di Vallevò a Punta Cavalluccio a Rocca San Giovanni, nel Pescarese fiamme a Farindola, Penne, Bolognano, Caramanico, Città Sant’Angelo, San Valentino in Abruzzo Citeriore e nel Teramano a Montorio al Vomano, Sant’Omero, Mosciano Sant’Angelo.
Dura la presa di posizione del WWF Abruzzo che parla di incendi partiti contemporaneamente con più inneschi e di temperature record registrate che “hanno favorito l’azione dei piromani (malati o interessati che siano) e forse anche di qualche incosciente”.
L’associazione ambientaliste esprime vicinanza alle comunità e ai tanti sindaci in campo ieri per difendere ciascuno il proprio territorio esprimendo “la massima gratitudine a tutti coloro che si sono impegnati oltre ogni limite per contrastare l’emergenza. Un ringraziamento anche alle guardie volontarie WWF che già ieri notte hanno perlustrato l’area della Pineta Dannunziana per cercare eventuali animali feriti da soccorrere e hanno prestato un supporto al canile di Ortona che è stato evacuato perché minacciato dalle fiamme”.
Il WWF poi analizza i dati degli ultimi anni che potrebbero lievitare con i cambiamenti climatici in atto (ieri in Italia sono state 43 le richieste di soccorso aereo): in Abruzzo gli incendi da fronteggiare sono stati 33 nel 2018, 75 nel 2019 e 62 nel 2020 (dati Protezione Civile).
“A fronte di queste cifre – dice il delegato regionale del WWF, Filomena Ricci – la giunta Marsilio ha da poco ridotto di quasi 200mila euro i fondi per finanziare l’attività dei vigili del fuoco impegnati a prevenire e spegnere incendi. Non solo: sono stati ridotti anche i fondi per le Riserve Naturali Regionali, il cui personale svolge una preziosa funzione di controllo e presidio del territorio e promuove interventi di comunicazione e formazione, anch’essi alla base delle politiche di prevenzioni incendi. Si è preferito dare soldi a fondo perduto a una squadra di calcio perché venga in ritiro nella nostra Regione piuttosto che investirli per tutelare il territorio. Un’altra riflessione riguarda la risposta da dare alle azioni sconsiderate e criminali che tanto danno hanno creato: occorre la ferma volontà di ricreare, sia pure con i tempi necessari, il patrimonio naturale che è andato per ora distrutto”.
“Quello che chiediamo – conclude Ricci – è un ripensamento del sistema di gestione dei roghi in Abruzzo e di conseguenza un commisurato stanziamento di fondi, in modo che la prevenzione antincendio diventi un obiettivo chiaro e fondamentale per la nostra Regione, anche in considerazione del clima che sta cambiando. Non si dovrebbe togliere neppure un euro alle strutture di presidio e di pronto intervento nel territorio, che anzi andrebbero potenziate e messe sempre più in rete con le altre risorse, anche di volontariato, presenti nelle aree protette, nei comuni e nei gruppi di protezione civile. Chiediamo inoltre che l’impegno delle istituzioni in favore del patrimonio naturalistico diventi ancora più forte e pressante con il progressivo, costante recupero di tutto quello che le fiamme o altro dovessero momentaneamente cancellare”.