La centrale di pompaggio si blocca, ma nessuno dei tecnici se ne accorge così alcune zone di Gissi, Furci e San Buono restano senz’acqua per tre giorni. Ha del paradossale l’ultimo disservizio idrico che ha colpito alcuni comuni dell’entroterra vastese. Il blocco della stazione di pompaggio a Monteodorisio (solo l’ultimo di una lunghissima serie) è avvenuto nel fine settimana, ma a quanto pare, così come spiegato anche dal sindaco di Furci, Angelo Marchione, è venuto alla luce solo stamattina. Nel frattempo, i cittadini hanno dovuto fare i conti con l’assenza d’acqua e le temperature altissime di questi giorni. “Comprendiamo l’esasperazione dei cittadini – dice Marchione – è una situazione inaccettabile, in particolar modo in questi casi in cui il telecontrollo dovrebbe permettere di intercettare subito un blocco nelle centrali elettriche di pompaggio, mentre l’unica soluzione sembra quella di dover ricorrere a una sentinella fisica in grado di allertare istantaneamente in caso di guasti”.
Il guasto alla stazione di Monteodorisio è solo l’ultimo intoppo che si aggiunge a rotture, dispersione e chiusure programmate, per questo stamattina i sindaci dei tre Comuni Agostino Chieffo, Angelo Marchione e Nicola Zerra hanno indirizzato una diffida per interruzione del pubblico servizio di fornitura idrica al prefetto di Chieti e ai presidenti di Regione, Sasi ed Ersi Abruzzo (l’ente che gestisce i servizi idrici). Non è la prima volta che i sindaci di questi tre centri abitati, i più soggetti alla carenza idrica, minacciano azioni legali, ma finora non sembrano aver sortito l’effetto sperato.
“Tali disservizi – si legge nella diffida – comportano gravi conseguenze a livello igienico-sanitario che ci preoccupano fortemente, in qualità di massime autorità sanitarie nei nostri Comuni, in quanto è compromessa seriamente l’igiene quotidiana di una popolazione composta in buona parte da persone anziane. Chiediamo all’ente gestore di conoscere precisamente le cause di questi disservizi e quali azioni concrete verranno intraprese e in che tempi affinché esse non si ripetano. Riteniamo inoltre indispensabile l’adozione da parte della Sasi S.p.a. di un piano di emergenza in caso di interruzione delle stazioni di pompaggio che garantisca la continuità del flusso idrico verso quei comuni che, come i nostri, sono alimentati da una o più stazioni di pompaggio dell’acqua. Per fare ciò è indispensabile che vi sia un sistema di controllo funzionante ed efficiente. Un sistema di controllo che evidentemente non funziona e che deve essere prontamente rivisto e sostituito da un controllo a distanza efficiente oppure, ove ciò non sia possibile, dalla sorveglianza di un operatore che permetta di allertare subito i manutentori in caso di guasti di natura elettrica”.
I tre primi cittadini poi tornano anche sulla perenne piaga della dispersione: “A seguito delle innumerevoli richieste da parte delle nostre amministrazioni comunali non è mai partito il piano di ammodernamento della rete ormai obsoleta. Si dà atto che è stata effettuata, durante i mesi invernali, la ricerca delle perdite che non ha fatto altro che confermare l’assoluta urgenza di sostituire interi tratti ammalorati delle nostre reti idriche. Chiediamo dunque a Lei signor prefetto di farsi parte attiva anche tramite l’istituzione di un tavolo di confronto”.
Nell’attesa la Sasi ha comunicato ai sindaci che sta provvedendo a inviare delle scorte di acqua da distribuire per i casi di maggiore emergenza.