Si presentava così stamattina la Costa dei Trabocchi, dopo la giornata infernale di ieri; da Fossacesia ad Ortona, una distesa di cenere e ricordi di una vegetazione che non c’è più a seguito degli incendi che ieri hanno devastato il nostro territorio. E se le fiamme più pericolose sono state domate, complice il vento che continua a soffiare, alcuni incendi sono più duri da spegnere. I vigili del fuoco sono ancora al lavoro nella pinetina di Vallevò, a Rocca San Giovanni, dove il fuoco ha devastato alberi e paesaggio e ad Ortona, dove in contrada Peticcio, le fiamme sono tornate ad ardere e a fare paura alle abitazioni vicine.
Intanto, all’alba del giorno dopo, i sindaci dei Comuni di Fossacesia, Rocca San Giovanni, Mozzagrogna, Torino di Sangro e Santa Maria Imbaro, hanno incontrato il Prefetto di Chieti. A verificare quanto accaduto ieri e ad ascoltare le voci dei sindaci, il Prefetto di Chieti, Armando Forgione, che, dopo essersi recato a Ortona, è giunto a Fossacesia, nella stazione ferroviaria, assieme al Colonnello Alceo Greco, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Chieti, al Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Ortona, Luigi Grella e a quello di Fossacesia, Michele Cefaratti.
“Ieri ci siamo trovati in una situazione a dir poco surreale – esordisce il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio – e gestire l’emergenza su tre fronti differenti non è stato affatto semplice”.
Ancora più preoccupante è stato il momento in cui le fiamme sono arrivate sino a dietro Baya Verde, la struttura presente sul Lungomare vicino alla spiaggia che a quell’ora era particolarmente gremita di persone. Da lì hanno preso fuoco anche alcuni ombrelloni dello stabilimento Supporter Beach che, tra l’altro, ha fornito generosamente alle autobotti dei Vigili del Fuoco anche l’acqua per spegnere l’incendio che in tutta quella zona si stava propagando. “Insomma, – prosegue il sindaco – un vero disastro ed è stato un miracolo se nessuno si è fatto male e ancor peggio, abbia perso la vita, perché bastavano 10 minuti in più e le fiamme avrebbero invaso anche la pista ciclabile, con enorme pericolo per l’incolumità pubblica delle persone e per le abitazioni prospicienti”. [mar_dx]
Ieri bruciava gran parte dell’Abruzzo ed i soccorsi hanno cercato in tutti i modi di far fronte ad una situazione che, agli occhi di tutti, si è palesata essere troppo più grande delle risorse umane e strumentali disponibili. “La pinetina, praticamente, non c’è quasi più – dichiara il sindaco di Rocca San Giovanni, Gianni Di Rito – hanno distrutto il polmone verde della Costa dei Trabocchi, l’area Sic, una Riserva Naturale fra le più belle d’Abruzzo. Quando è stato dato l’allarme a Vallevò, intorno alle 14, sono subito stati allertati i soccorsi che purtroppo però erano impegnati altrove e quindi non sono riusciti a giungere in tempo per arginare subito gli incendi. Ho emesso l’ordinanza di sgombero della spiaggia la Foce, piena di gente a quell’ora, perché da me purtroppo le fiamme sono arrivate fino al mare. I danni sono immani,- sottolinea – credo che il mio sia stato uno dei comuni maggiormente colpiti da questa tragedia, con ettari ed ettari di terreno ingoiati dalle fiamme”.
Pare che appena iniziata l’emergenza, sia giunto sulla Costa dei Trabocchi un solo Canadair, perché gli altri impegnati in Sicilia, dove contestualmente la situazione era altrettanto drammatica. “Noi combattiamo con gli incendi da martedì scorso – commenta Nino Di Fonso, sindaco di Torino di Sangro – e abbiamo cercato con le poche risorse disponibili di far fronte alla situazione, ma non è possibile una cosa del genere, così come non è possibile che si pensi di dirottare tutto il traffico autostradale sulla SS. 16 che non è nelle condizioni di poter sostenere, in sicurezza, un tale afflusso di traffico”. Danni anche a Mozzagrogna, da dove pare sia partito un incendio nell’area sottostante il Castello di Septe, dove tra l’altro si stava svolgendo un matrimonio e a Santa Maria Imbaro dove sono stati colpiti alcuni terreni, fra i quali certi vicini alle abitazioni. Danni nella bassa Val di Sangro alle colture agricole.
“Ciò a cui ho assistito è devastante, sotto tutti i punti di vista. – commenta infine il prefetto Forgione – Ci sono danni ovunque. Abbiamo cercato in tutti i modi di coordinare al meglio le operazioni. Fermo restando che adesso le indagini faranno il loro corso, la questione però è un’altra, ossia l’assoluta necessità di mettere sin da subito in campo azioni mirate a prevenire queste situazioni. È necessario infatti rafforzare l’organico dei Vigili del Fuoco, troppo esiguo rispetto alle emergenze che stiamo vivendo; allo stesso tempo è fondamentale rafforzare anche le fila della Protezione Civile e per far questo è necessario anche che i Comuni si consorzino, perché solo uniti si può fare qualcosa. Elevare le multe a carico di chi non pulisce i terreni: la maggior parte dei terreni che hanno preso fuoco sono quelli incolti o non puliti. Ed infine, non ultimo per importanza, bensì base da cui partire, educare i cittadini al senso civico e questo è compito innanzitutto di noi Istituzioni”.
Il Prefetto di Chieti ha fatto dunque appello ai sindaci affinché uniscano le forze, anche con la stessa Prefettura che ha il compito ed il dovere morale ed istituzionale di sostenere e rafforzare i bisogni delle comunità locali.