A due anni dall’aggiudicazione degli appalti, a tre dal finanziamento da parte della Regione e a quattro dall’annuncio del presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo nell’aula consiliare vastese, i lavori sulle 36 strade oggetto di interventi di miglioria con fondi masterplan non sono ancora conclusi.
Per avere un’idea della pachidermica macchina burocratica basta farsi un giro nel Vastese e non importa a quale altitudine. L’inefficienza questa volta non fa distinzioni colpendo allo stesso modo a Vasto così come a Fraine, a San Salvo come a Castiglione Messer Marino perché di quegli interventi non c’è un solo chilometro che può essere definito concluso a regola d’arte: in alcune zone manca la segnaletica, in altre le barriere, in altre ancora il tappetino. E il problema è che non si sa quando si potrà scrivere la parola fine su questi interventi, così gli amministratori locali si preparano a una nuova alzata di scudi.
SE SEI ANNI VI SEMBRAN POCHI – La vicenda affonda le radici addirittura a fine 2015 quando decine di sindaci del Vastese occuparono la Statale 16 rischiando la sospensione da parte del prefetto di Chieti per protestare contro l’impercorribilità delle Provinciali dopo l’ondata di maltempo di quel periodo che spazzò via interi tratti di strade (tra i quali parte della Statale Trignina e della fondovalle Treste).
L’allora presidente regionale D’Alfonso arrivato a Vasto nella stessa serata promise fondi ad hoc: 10 milioni esclusivamente per il Medio e Alto Vastese dal masterplan Abruzzo. Da quell’annuncio però iniziò anche la guerra fredda tra sindaci, Provincia proprietaria delle strade e Regione finanziatrice su chi dovesse gestire quella pioggia di milioni che non si vedeva da anni in questa zona. Tra rimodulazioni, aperture ai Comuni costieri (Vasto e San Salvo che inizialmente non dovevano rientrare tra gli interventi) e trattative si arrivò alla seeguente ripartizione: 4,5 milioni di euro per il Distretto 5, 4,5 milioni per il Distretto 6, 4 milioni per la fondovalle Treste. A prendersi l’onere della gestione dei fondi – così come caldeggiato anche dalla Regione – i Comuni di [ant_dx]Lentella (Distretto 5 e Fv Treste) e Schiavi d’Abruzzo (Distretto 6).
MACCHINA INCEPPATA – “Un fatto mai digerito del tutto dalla Provincia di Chieti – dicono oggi il sindaco lentellese Carlo Moro e il collega di Schiavi Luciano Piluso – Da stazioni appaltanti abbiamo impiegato tre mesi per assegnare e far partire i lavori, ma ora è tutto bloccato da mesi nonostante i nostri solleciti e minacce”. I due Comuni, entrambi al di sotto dei mille abitanti, dopo le varie lungaggini sono riusciti a espletare le gare d’appalto a fine estate 2019. Da allora i lavori sono partiti su quasi tutte le strade ma non sono mai terminati, oggi i cantieri sono fermi e non ci sono date certe su quando ripartiranno.
“L’anno scorso – spiegano Moro e Piluso – c’è stata una serie di dimissioni alla Direzione dei lavori che è rimasta in capo alla Provincia. I cantieri si sono fermati per diversi mesi così per ripartire sono necessarie delle varianti ai progetti per vedere l’attuale stato delle strade. C’è bisogno delle perizie del direttore dei lavori, ma questo non avviene. Da mesi stiamo sollecitando con due lettere al mese e non solo. A metà giugno abbiamo avuto un incontro a Lentella con i dirigenti e i funzionari della Provincia insieme al presidente Pupillo e all’assessore Vincenzo Sputore. Ci è stato assicurato che entro il 30 giugno sarebbero state fatte tutte le perizie. Purtroppo non abbiamo chiesto del giugno di quale anno si trattasse, è ancora tutto fermo con il rischio concreto che le imprese rescindano i contratti“.
AZIONI ECLATANTI – La delusione e la rabbia sono palpabili e il sospetto dei primi cittadini è principalmente uno: “Abbiamo l’impressione che si sta facendo di tutto per far passare tempo e poter dire che la responsabilità è dei Comuni appaltanti visto che la Provincia ha sempre sostenuto la tesi che due piccoli enti come i nostri non avrebbero mai potuto gestire quei fondi. Ribadiamo che in tre mesi noi abbiamo espletato tutto senza subire un solo ricorso su 13 milioni di appalto anche grazie al lavoro enorme dei nostri tecnici che hanno operato anche di notte con il solo obiettivo di rendere percorribili nel minor tempo possibile queste strade riconosciute come le più disastrate della Provincia (qui gli ultimi interventi consistenti risalgono a circa 30 anni fa)”.
Nelle parole dei sindaci c’è poi la delusione per l’impalpabile influenza dei rappresentanti istituzionali della Provincia (in questo caso Pupillo e Sputore in particolar modo) ancora più accentuata data l’aria di smobilitazione di fine mandato: “Siamo di fronte a una politica istituzionale incapace di far funzionare la macchina amministrativa. E c’è anche un’altra circostastanza che lo dimostra: nel giugno 2020 l’assemblea dei sindaci ha deliberato la rotazione dei responsabili dei vari settori, non è mai stato dato seguito a questo atto, è gravissimo. Dalla Regione abbiamo avuto sempre la massima disponibilità sia con la giunta D’Alfonso che con quella attuale, non si può dire lo stesso della Provincia. Così l’Italia non può funzionare, cosa accadrà quando arriveranno i soldi del Pnrr?”.
Sei anni fa, i sindaci del Vastese bloccarono la Statale 16 promettendo la riconsegna della fascia tricolore, l’allora prefetto Antonio Corona li convocò minacciandoli di una sospensione dall’incarico. Di fronte allo stallo all’apparenza irreversibile, gli amministratori si dicono pronti ad altre dure azioni: “Faremo di tutto per tutelare il territorio. Non ne possiamo più dei ritardi degli uffici e delle istituzioni. L’altra volta abbiamo rischiato la sospensione, questa volta rischieremo l’arresto“.