“Dalla nostra nascita, il 7 giugno 2011, Aumatech è diventata una realtà del territorio. E, dopo questi anni, ad eccezione di Oceania e Antartide c’è una nostra macchina in ogni continente”. Marco Monaco, fondatore con Luigi Ciancaglini e Luigi Tereo dell’azienda che produce macchine per l’industria automobilistica con sede a San Salvo, ripercorre questi primi dieci anni di storia segnati da un continuo processo di crescita. “Di strada ne è stata fatta, oggi abbiamo una nuova sede, sono arrivati anche tanti riconoscimenti. Quello a cui tengo di più è l’Award 4.0 per l’impegno nell’attività di innovazione e ricerca”.
I cambiamenti degli ultimi anni. Tre le aree di attività nella produzione di Aumatech, vetro, plastica e assemblaggio, con oltre 150 macchine progettate e realizzate nello stabilimento sansalvese e poi installate in giro per il mondo. Il giro di boa dei dieci anni è segnato da una revisione dell’attività, rispondendo alle nuove esigenze di mercato. “Noi abbiamo lavorato tanto per il settore dei sistemi carburante, che era predominante come attività. Ma il mercato ci sta portando in un’altra direzione. C’è un aumento di vendite di auto elettriche a discapito dei combustibili tradizionali, questo ha portato una diminuzione di fatturato in quel settore. Ci siamo dovuti riorganizzare, trovare nuovi clienti, diversificare i prodotti. Lo abbiamo fatto mettendo in campo un’alta capacità di resilienza, non solo verso l’evento pandemico che c’è stato ma anche rispetto alla capacità tecnologica di affrontare nuove sfide”. Azioni possibili grazie ad un team giovane, con un reparto di ingegneria che, con flessibilità, si è adattato alle nuove iniziative e ha realizzato nuovi prodotti da proporre sul mercato.
Il futuro. Lo sguardo è però già proiettato ai prossimi 10-20 anni. “Oggi si parla molto di responsabilità sociale o di ESG (Environmental, social and corporale governance), che definisce tutte quelle azioni che hanno impatto sull’ambiente e sul territorio, anche dal punto di vista sociale. Anche per questo ci siamo orientati verso progetti che riguardano la mobilità sostenibile”. Con il decremento dell’attività nel settore di mezzi a idrocarburi “siamo andati verso soluzioni di mobilità elettrica e con lo stoccaggio di idrogeno”. Su questa idea è stato formulato li sviluppo per il futuro “proponendo soluzioni per il futuro mercato. Nei prossimi 5 anni, sul PNRR ci sono diverse attività legate alla mobilità sostenibile, ci sarà una rivoluzione in questo campo, già avviata da altri Paesi. E su questa linea stiamo proponendo soluzioni innovative. L’ultima è un brevetto per il collaudo dei serbatoi per l’idrogeno che saranno installati prima su autobus e camion e poi sulle auto”.
La presenza sul territorio. “La nostra scelta strategica è stata di avere un team giovane nel settore dell’engineering, con risorse del territorio. All’inizio è stato più costoso in termini di formazione da parte dell’azienda, però il team è stato modellato e cresciuto in funzione delle esigenze. Hanno acquisito esperienza nel corso degli anni e c’è la flessibilità e l’elasticità nell’imparare nuove tecnologie. Oggi, dopo diversi anni, raccogliamo i frutti di un team giovane e dinamico”.
Se il mercato di riferimento è internazionale, il cervello e il cuore pulsante di Aumatech sono a San Salvo, in una zona industriale dove non mancano realtà tecnologicamente avanzate e in grande crescita. “Abbiamo preferito fare la scelta del local for global, siamo qui e pensiamo all’esterno. Siamo rimasti qui volutamente, perché ci sono tutte le competenze necessarie, sappiamo di poter trovare persone che hanno volontà e capacità di portare avanti progetti complessi”. Altro fattore importante è “l’alta specializzazione nel settore della meccanica. Abbiamo diversi fornitori in questa zona, poi altri che vanno da Bari a San Benedetto. La presenza di aziende dell’automotive negli anni ha trascinato la crescita della filiera”.
Come migliorare. Ci sono però delle criticità. Basta percorrere le poche centinaia di metri dalla Trignina alla nuova sede di Aumatech per rendersi conto di quanta poca attenzione ci sia verso le tante realtà produttive di questo territorio. “Soffriamo a livello di infrastrutture. Siamo ancora all’età della pietra in termini di collegamenti su linee veloci. Oggi questo è determinante per la competitività delle imprese. La pandemia ha messo in evidenza l’esigenza di avere questo tipo di servizio. E poi servirebbe una zona industriale più attrezzata, da molte parti non c’è neanche l’illuminazione. Qui le possibilità e le aziende ci sono, c’è un alto potenziale ma c’è bisogno di infrastrutture”.
Un passo avanti potrebbe essere fatto anche nella conoscenza delle tante realtà che, in questa zona industriale come in val di Sangro, operano con successo. “Questa zona è conosciuta per le grandi aziende che ci sono, meno per le reali potenzialità che ha. Bisogna farsi conoscere all’esterno, valorizzare le aziende, anche le micro imprese, che tentano di sviluppare nuovi prodotti, che sono avanti nell’impiego di nuove tecnologie. Potrebbe essere una buona opportunità favorire la presenza di realtà che hanno la mente pensante qui”.
Per Marco Monaco, i suoi soci e il suo team, “la volontà di crescere c’è sempre. Abbiamo reagito con coraggio a questi anni complicati e proseguiamo su questo cammino. Porteremo avanti in modo convinto questi progetti che, ne sono certo, nei prossimi 20 anni apriranno la strada ad opportunità per tante imprese”.