Raimondo Pascale, la sua adesione a La Buona Stagione è un primo passo verso la candidatura alle comunali di Vasto?
“La Buona Stagione nasce dal confronto tra persone con cui condivido idee e scelte di vita. Il nostro è un cantiere aperto dove chi ha voglia di lavorare trova posto e ascolto, dove si concerta, si dibatte e si decide. Dove dobbiamo sempre coniugare l’apporto di chi progetta e costruisce, di chi vuole vivere una città dinamica e non ferma a stagnare. Solitamente le liste vengono fatte pensando alle potenzialità di voti o a logiche di altro genere, del tipo: ‘A fra’, che te serve?’. Noi abbiamo messo insieme idee e sogni prima che i voti. Vogliamo progettare insieme alla nostra gente. Lavoriamo per la nostra città, non per far eleggere qualcun altro. Nella Buona Stagione ci sono e ci saranno sempre spazi e ruoli per tutti coloro che vogliono spendersi per questo impegno”.
In passato, in politica lei si è sempre collocato nel centrosinistra. Cosa l’ha spinta ad aderire a un progetto civico?
“Ho avuto in tasca dall’età di quindici anni una tessera di partito (sempre la stessa), fedele allo stesso ideale, non alle ideologie o, peggio, alle dietrologie. Da cinque anni non ho più tessere, se non quella di Slow Food. Mai avrei immaginato di poter assistere alla elezione del segretario nazionale (di quello che è stato il mio partito) per corrispondenza.
È tempo di un nuovo civismo. Un’aggregazione civica non deve rispondere a nessuno rispetto ai diversi ‘livelli spartitori’: regionale, provinciale, territoriale o comunale; questo ci lascia una grande libertà di azione che evidentemente i partiti tradizionali (o meglio quello che ne rimane) non possono avere”.
Cosa ti accomuna al progetto di Alessandra Notaro?
“Ci sono momenti in cui, se siamo cittadini responsabili, dobbiamo avere il coraggio di osare, di aprire un processo di innovazione politica. Il momento è adesso! Dobbiamo cioè contribuire ad una doverosa reazione civile nei riguardi di una consolidata gestione della cosa pubblica che non può soddisfarci.
Le ultime esperienze amministrative, questa uscente più di ogni altra, hanno reso sempre più evidente una difficoltà da parte della politica cittadina a elaborare e sostenere, in tempi utili, chiari ed efficaci indirizzi all’organo di gestione; ciò si combina con una macchina burocratica che denuncia palesi malfunzionamenti e difficoltà nell’esercizio tanto dell’ordinario quanto dello straordinario. Constatiamo inoltre un impoverimento urbano e sociale dei quartieri e un degrado delle infrastrutture; una crisi dello spirito pubblico; elementi di dinamismo culturale e sociale dispersi in un contesto di immobilismo.
Il sogno per Vasto, che Alessandra Notaro vuole costruire e realizzare, affonda le sue radici nell’accettare una sfida che le è stata proposta. Lo ha fatto e lo sta facendo con un gesto di grande generosità e coraggio. Alessandra Notaro è stata capace di dimettersi da giudice di pace per affrontare, in prima persona, la sfida che le abbiamo proposto, cioè quella di essere leader di un progetto che deve restituire a Vasto quanto le è dovuto e deve essere riconosciuto. Inoltre ha nel suo dna i geni di Nicola Notaro, papà di Alessandra; lui è stato il vero, grande sindaco visionario che questa comunità ha avuto”.
Quali aspetti della tua esperienza personale e professionale porterai nella Buona Stagione?
“Da giovanissimo sono cresciuto nel clima appassionato e militante di rinnovamento e riscoperta ecclesiale aperto dal Concilio Vaticano II. Fede e lavoro politico, impegno ecclesiale e impegno istituzionale mi accompagnano da sempre. Rivendico di essere tra gli interpreti autentici della tradizione del cattolicesimo democratico, che ha i suoi maestri in Dossetti, Sturzo, La Pira, De Gasperi, Moro e Bachelet.
La molla che mi ha sempre mosso è quella della giustizia sociale e dell’impegno civile. Oggi, dopo gli studi in giurisprudenza e master in europrogettazione sono esperto di politiche attive del lavoro, della formazione, delle problematiche di sviluppo socio-economico del territorio e dell’utilizzo dei fondi strutturali europei. Attualmente dirigo i Servizi della programmazione sociale regionale.
La mia disponibilità è quella di dare una mano ed accettare una nuova sfida per un’impresa culturale, sociale e politica, con un rinnovato entusiasmo per l’avvento della Buona Stagione che riannodi i fili della passione civile per la nostra gente e della speranza per un futuro migliore”.
Di cosa ha bisogno Vasto?
“In uno slogan, Vasto deve uscire dall’inverno dei sogni, delle idee e del cuore. Molti i temi da mettere sul tavolo, partendo da un’analisi della città, perchè negli ultimi 30 anni non c’è stato nessun progetto di sviluppo. Per pensare al rilancio dello sviluppo e della crescita della nostra città e dell’intero comprensorio del Vastese, a partire dalla considerazione che nei fatti c’è stato uno sviluppo senza progetto di sviluppo, Vasto deve dotarsi di un modello socio economico che sappia andare oltre e consenta di avere una visione ampia, diretta di nuovi scenari.
È in questo scenario che tale modello non può più essere compreso e compresso con una visione miope tra il torrente Buonanotte ed il fiume Sinello (basti pensare ai progetti per la piattaforma logistica Amazon, l’ampliamento del porticciolo turistico di San Salvo, il South Beach del Molise.
L’idea è di indicare poche e qualificate idee guida strategiche su cui lavorare.
Il lavoro. La difesa, la tutela, salvaguardia e la ridefinizione del nostro sistema produttivo: siamo al fianco delle imprese e dei lavoratori che subiscono gli effetti della deindustrializzazione.
Il Prg con una nuova interpretazione dell’uso e del consumo del territorio. Ci interessa non una crescita quantitativa, ma ottimizzare la qualità esistente.
La coesione sociale: la qualità della vita, la sicurezza, il trasporto pubblico, i servizi di cura alla persona (salvaguardare e riqualificare l’ospedale realizzando il nuovo dove già individuato, servizi di prossimità e assistenza alle persone), e la risposta alle nuove domande di tipo sociale.
Non dobbiamo mai dimenticarci che i nostri ragazzi sono la benzina e l’energia per accendere i motori della crescita. Gli investimenti nel capitale umano devono essere non meno importanti degli investimenti in tutti gli altri settori.
Per fare questo, riteniamo che serva ripristinare il principio per cui la strategia amministrativa è decisa dalla politica e di quella strategia i dirigenti-funzionari devono essere il volano. Per questo occorre un modello organizzativo dinamico delle responsabilità degli uffici, favorendo nuovi stimoli e chi vuol farsi spazio con l’entusiasmo e il lavoro. I tempi dell’economia e dello sviluppo sono incompatibili con le lentezze della pubblica amministrazione.
Se siamo, non saremo più quelli della poesia Si sta come d’autunno sull’albero le foglie. Con La Buona Stagione usciremo dall’autunno, ma soprattutto dall’inverno dei sogni, delle idee e del cuore. La nostra idea è ri-generare la nostra Vasto vera e viva, che ci auguriamo sia una città per chi la vive e la ama e per quelli che vogliamo accogliere”.