Se ripenso al primo giorno che ho messo piede nella mia scuola, cinque anni fa, riesco a provare ancora quelle sensazioni: la voglia di scoprire un nuovo mondo, aspettative altissime e tantissima curiosità. Gli anni sono volati, d’altronde come ogni cosa bella della nostra vita e mi ritrovo ad oggi: diplomata, entusiasta, grintosa di iniziare un nuovo capitolo, ma al contempo triste di lasciare il precedente.
Nasciamo per raggiungere degli obiettivi, rendere la nostra esistenza il più possibile significativa, giusta, originale ed emozionante.
È proprio ciò che ho raggiunto grazie al mio percorso liceale, i cui anni sono stati una costante spinta per dare il massimo e avvertire la necessità di voler utilizzare la cultura come arma più potente.
Ci troviamo nel pieno degli esami di maturità, un periodo tanto teso, quanto estremamente emozionante che mai nella vita dimenticheremo.
Quest’esame rappresenta la conclusione degli anni più belli della nostra vita: spensierati e impegnativi, gioiosi e malinconici.
Un insieme di emozioni che, essendo nate un po’ alla volta, esplodono per dare vita ad una strepitosa soddisfazione: il nostro primo vero esame, il nostro momento, quello che nessuno può modificare, sostituire o sottrarci.
Ad oggi, avendo provato quell’emozione, sono così grata che mi sottoporrei altre mille volte a questo esame, a quel brivido che sale lungo la schiena facendomi tremare le gambe, rimanere senza fiato e pensare, per un attimo, anche di non potercela fare.
È proprio in questo preciso istante che subentra la consapevolezza di star vivendo una parte fondamentale della mia vita.
È vero, l’ansia c’è, è molta, a tratti eccessiva, ma così tanto giusta che senza di essa non vivremmo pienamente quelle doverose emozioni che costituiscono il bagaglio che abbiamo riempito un po’ alla volta, con costanza e dovizia di particolari.
È un qualcosa di indescrivibile, un sussulto al cuore che mi ha fatto comprendere quanto bella sia la vita anche nei momenti in cui crediamo non possa essere così, perché mi ha dato la possibilità di condividere gioie e dolori con coloro che mi hanno seguita per anni e ora, emozionati tanto quanto me, prendono consapevolezza del fatto che sono cresciuta, migliorata e maturata grazie ai loro preziosissimi insegnamenti: i miei professori.
È a loro che devo tutto, è a loro che dedico ogni mio successo presente e futuro, perché hanno saputo guidarmi in ogni singolo istante.
Ho deciso di paragonare la maturità al raggiungimento di una vetta, più precisamente quella della nostra montagna preferita, così tanto importante che, dopo averla “conquistata”, la si vuole ripercorrere dall’inizio senza, però, modificare nulla; ogni singolo attimo è prezioso, raro, autentico, stupendamente bello.
È il coronamento di ciò che per anni abbiamo seminato, arrivando finalmente a vedere il nostro frutto nascere ed essere così tanto apprezzato che non crediamo sia stato favorito dalla nostra tenacia nel prendercene cura.
È l’esperienza della nostra vita, quella che ci cambierà ogni pensiero, rendendolo fortemente radicato nei valori che la scuola ci dona di giorno in giorno.
Sono grata per aver colto ogni aspetto positivo, visto del buono e del giusto anche nei rimproveri, perché la vita è fatta così: ogni cosa è fonte di apprendimento, miglioramento, crescita personale e scolastica.
È un rapporto duale, in cui apprendiamo tanto, ma al contempo, se siamo in grado, lasciamo un segno indelebile nel cuore e nella mente di ogni persona che incontriamo.
Ogni giorno diviene più bello del precedente, ricco di novità, felicità, attimi che si insidiano nel cuore senza abbandonarlo mai più.
La maturità è il trionfo di tutto quello che siamo diventati, di ciò che abbiamo appresso e del nostro approccio nei confronti del futuro che ci sta aspettando fremendo nel rivelarci le successive soddisfazioni.
Ho vissuto il periodo della maturità con la felicità negli occhi e la gioia nel cuore. Mi sono divertita ed entusiasmata come non mai, non volendomi scollare mai più da quella sedia.
A tal proposito mi rivolgo a tutti coloro che non ancora provano delle simili emozioni: godetevi ogni singolo secondo, minuto, istante, perché la possibilità di provare nuovamente quella gioia non vi capiterà più nella vita.
Oggi, domani e per sempre dobbiamo ricordarci che l’importanza non risiede in ciò che troviamo alla fine della nostra corsa, bensì quello che proviamo mentre corriamo.
Benedetta Argentieri