Davide D’Alessandro, per il centrodestra di Vasto è ormai troppo tardi? Elezioni compromesse?
“È tardi, non troppo tardi. Le elezioni non sono compromesse, poiché al momento ci sono già tre ottime candidature femminili, che hanno più volte dichiarato di voler interrompere l’esperienza amministrativa di sinistra, perdurante da quindici anni. In attesa della candidatura di centrodestra, Dina Carinci, Alessandra Notaro e Angela Pennetta sono candidate a sindaco, non a reggere il moccolo a Menna. Sarei felicissimo se Vasto avesse un sindaco donna, sarebbe un evento storico di immensa portata”.
La Lega vuole il candidato a sindaco di Lanciano, Fratelli d’Italia pure. Nessuno vuole Vasto per paura di perdere?
“La politica, ha scritto Otto von Bismarck, è l’arte del possibile. E della mediazione, aggiungerei. Si può vincere e si può perdere. Importante è avere una candidatura competitiva, che possa risultare vincente”.
La Lega ha indicato da tempo il suo nome: Alessandra Cappa. Quella della consigliera comunale è stata solo una candidatura di bandiera?
“È offensivo per Alessandra definire la sua candidatura di bandiera. In questi anni ha maturato esperienza amministrativa, ho visto come si muove, come studia le carte. È una professionista scrupolosa. È pronta per il grande passo”.
Secondo lei, a questo punto, chi deve essere il candidato sindaco del centrodestra?
“Resto fermo al 20 marzo scorso, quando ho proposto Cappa o Sigismondi. Poi, ci sono diversi brocchi che si ritengono fenomeni, ma questo è più un problema di ordine psichiatrico che politico. Non so gli altri, ma io non potrei accettare un candidato moscio, di risulta, non all’altezza di rappresentare un popolo che attende il nome con trepidazione. Ne resterei molto deluso”.
È vero che a Vasto il Carroccio è diviso in due, da un lato il gruppo dell’ex sindaco Giuseppe Tagliente, dall’altro quello della consigliera regionale Sabrina Bocchino?
“E il mio gruppo dove lo mette? E quello di Marcovecchio? Scherzi a parte, non mi sono accorto dei gruppi. Peppino è parte della storia politica regionale e vastese. Ha grande esperienza e invidiabile fantasia politica. Se voglio un confronto di spessore, chiamo lui. A Sabrina voglio bene, siamo stati candidati insieme nelle ultime due tornate amministrative e purtroppo non è stata eletta. Poi, è stata molto scaltra a cogliere l’opportunità regionale, ma non ha ancora il fisico del ruolo per poter guidare un gruppo.
Nel centrodestra vastese ci sono molti aspiranti alla carica di sindaco. Tra i pochi che non hanno questa aspirazione c’è lei. Si ricandiderà al Consiglio comunale?
“Sono uno studioso dell’opera di Machiavelli e il Segretario fiorentino, con la sua verità effettuale, mi ha insegnato a guardare alle cose della politica per come esse sono e non a come si vorrebbe che fossero. Io posso anche sentirmi il miglior sindaco possibile di Vasto, ma se lo penso soltanto io, sono buono per essere ricoverato, non per fare politica. Ho fatto due legislature e non ho alcuna smania di ricandidarmi, senza trascurare che gli ultimi mesi sono stati alquanto dolorosi, avendo perso mio padre e mia madre. Diciamo che prima voglio sapere chi è il candidato sindaco, poi mi dev’essere chiesto con entusiasmo, poi decido. Liberamente, davanti allo specchio, mentre mi faccio la barba”.