Stamattina parenti e amici di Christian Cerbone si sono ritrovati davanti al tribunale di Vasto in occasione dell’udienza sul caso del 19enne morto nel maggio del 2019. Il giovane si sentì male durante una partita di calcetto con gli amici a San Salvo Marina, l’ambulanza del 118 lo trasportò all’ospedale di Vasto in arresto cardiaco, fu poi trasferito a Chieti dove morì.
Per la morte del ragazzo sansalvese sono stati indagati sette medici (Antonello Cerella, Arnaldo Tascione, Francesco Tascione, Federico Squartecchi e Luciano Di Felice i legali). Le risultanze degli ulteriori accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Vasto hanno portato alla richiesta di archiviazione del caso avanzata dal pm Michele Pecoraro.
I genitori di Christian non si sono mai rassegnati all’idea che non potesse essere salvato. Il loro legale, Virgilio Romano, stamattina ha presentato opposizione al decreto di archiviazione. Gli accertamenti fatti dal perito di parte, Gaetano Thiene, dimostrerebbero che in ambulanza non fu usato il defibrillatore, circostanza ritenuta decisiva per cercare di salvare la vita al giovane.
C’è attesa ora per la decisione della giudice Anna Rosa Capuozzo su un caso che colpì profondamente la comunità sansalvese. Come detto, amici e famigliari da sempre sostengono che il 19enne poteva essere salvato: in buona salute, era risultato da poco idoneo per arruolarsi nell’Esercito.